Montemurro: differenze tra le versioni
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→Storia: non risulta da nessuna parte che la famiglia in questione fosse feudataria, né tantomeno che fosse nobile. |
→Storia: è in bibliografia, non è necessario ripetere |
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[[File:Montemurro1857.png|left|thumb|Le rovine di Montemurro dopo il terremoto del 16 dicembre 1857]]
Fu fondato intorno all'anno [[1000|Mille]] a seguito delle continue incursioni [[Saraceni|saracene]] patite da ''[[Grumentum]]'', che costrinsero gli abitanti ad abbandonare la città e a spargersi sulle alture circostanti, ove costruirono fortificazioni. Una di queste fu il ''Castrum Montis Murri'' (distrutto da un terremoto nel [[1343]]), che sorgeva nell'attuale ''piazza [[Giacinto Albini]]'', e dal quale derivò poi il nome del nuovo nucleo abitato. Risentì come tutta la regione delle influenze [[Normanne]]. Appartenne al [[feudalesimo|feudo]] di [[Montescaglioso]], della [[sede episcopale]] di [[Tricarico]] e fu dominio dei [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]] e dei [[Carafa]].
In tempi più recenti la sua storia si incrocia con quella dell'[[Unità d'Italia]] grazie alla figura di [[Giacinto Albini]], suo illustre figlio. Questi fu l'artefice della cosiddetta ''[[Insurrezione lucana (1860)|insurrezione lucana]]'', rivolta antiborbonica che interessò l'intera regione e che permise di "consegnare" a [[Garibaldi]] la Basilicata già liberata. In seguito all'Unità anche Montemurro fu interessato dal cosiddetto fenomeno del ''[[brigantaggio]]'': l'ex pastore montemurrese [[Antonio Cotugno]] (detto ''Culopizzuto'') aderì alla protesta antisabauda mettendosi a capo di una banda di ''briganti'', anch'essi montemurresi.
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