Arturo Bocchini: differenze tra le versioni

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In qualità di capo della polizia, Bocchini si preoccupò del suo rafforzamento: ottenne a bilancio rilevanti finanziamenti in tal senso (ed essi si erano già più che quintuplicati nei precedenti quattro anni). Il fondo segreto amministrato personalmente dal capo della polizia fu incrementato e portato a 500 milioni di lire.<ref name=treccanibio/>
 
Con Bocchini, il Duce si assicurò un funzionario solerte, scarsamente politicizzato, abile nell'organizzare una repressione poliziesca che non suscitasse (specialmente all'estero) il clamore provocato dallo squadrismo, con una discrezione intesa a contribuire all'immagine di una Italia pacificata, concentratoconcentrata nell'affrontare con serietà i problemi economici del tempo, cioè la riparazione dei debiti di guerra verso il Regno Unito e gli Stati Uniti, e la stabilità della [[Lira italiana|lira]].<ref>[[Giorgio Candeloro]], ''[https://books.google.it/books?id=i0B0pptCs4oC&pg=PA140 Il fascismo e le sue guerre]'', Feltrinelli, 1988, p. 140.</ref> Due furono le principali linee d'azione di Bocchini: difendere l'incolumità del Duce e sviluppare una capillare rete di controllo delle attività delle opposizioni, sia in Italia sia all'estero.<ref name=treccanibio/><ref name="Fucci p. 94"/>
 
====La prevenzione degli attentati====