È compreso nell'edizione di [[Pieter Paul Rubens]] ("palazzo del sig. Daniel Spinola"); definito nel [[1414]] ''domus cum vacuo et vindario'' degli eredi di Angelo De Mari e acquistato nel [[1459]] da Eliano Spinola, fu ricostruito prima del [[1560]] da Nicolò Spinola marchese di Vergagni e poi rinnovato dal figlio Daniele.
Questi ne era infatti il proprietario quando, nel [[1576]], il palazzo fu assimilato ai più ricchi della città e quindi inserito nella classe più rappresentativa del primo rollo. Presente nei rolli seguenti, sempre in posizioni di rilievo, domina quella che fu la "piazza dei De Mari" (oggi piazza Luccoli) oltre ad essere affiancato nel [[1587]] da un'ulteriore piazza, realizzata con la demolizione di una casa di Giacomo Spinola.
Il nuovo palazzo riprese, probabilmente, lo schema compositivo del vecchio edificio, sviluppandosi lungo un asse centrale con una sequenza di spazi che dalla piazza sfociava nel [[giardino]], secondo una trasparenza oggi impossibile da percepire a causa di molteplici tamponature. Tommaso Franzone lo acquistò nel [[1606]], in seguito l'edificio venne sopraelevato e modificato internamente e le [[Facciata|facciate]] adornate a [[stucco]].
Una fornita quadreria e gli [[affreschi]] (fra cui due salotti a firma di [[Domenico Parodi]] di cui uno dedicato a ''Laura e [[Petrarca]]'') lo rendevano degno di menzione nelle guide di inizio [[XIX secolo|Ottocento]]; oggi, nonostante la ripartizione in sedici appartamenti, mantiene il carattere monumentale grazie all'ampio [[atrio (architettura)|atrio]] voltato, allo scalone che serve ancora i primi tre piani e al grande vano caposcala loggiato sul cortile.