Palazzo Leone da Perego: differenze tra le versioni

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[[File:Palazzo Leone da Perego (Legnano) - capitello.JPG|thumb|right|Il capitello di una delle colonne dell'ingresso principale di Palazzo Leone da Perego]]Il Palazzo Leone da Perego originario, costruito probabilmente nel [[XIII secolo]]<ref name="spaziarte"/><ref name="Cita|Ferrarini, 2001|p. 101">{{Cita|Ferrarini, 2001|p. 101}}</ref>, oppure, secondo alcuni studi, nel [[IX secolo]]<ref name="Cita|Ferrarini, 2001|p. 101"/>, era costituito da un fabbricato rettangolare con tetto spiovente che aveva la misura di 33 m di lunghezza, 10 m di larghezza e 9,5 m di altezza<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. Fu edificato interamente in mattoni, e gli ambienti erano distribuiti su due piani<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. Era caratterizzato dalla presenza di numerose finestre [[Bifora|bifore]] con [[arco ogivale]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. La finestra situata sopra l'ingresso di corso Magenta del palazzo Leone da Perego attuale, richiama, seppur con evidenti differenze, le antiche finestre andate perdute<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. Una di esse, prima della demolizione del palazzo originario, è stata trasferita al [[civico museo archeologico di Milano]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. Le finestre bifore ad arco ogivale furono molto comuni a Legnano fino al XVI secolo<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>.
 
L'edificio diventò nobile residenza estiva dell'arcivescovo [[Leone da Perego]], grazie al quale conobbe un periodo di splendore che si protrasse sino alla fine del [[XV secolo]]. Durante i secoli ilDa palazzo fuLeone oggettoda di diversi rimaneggiamenti. Ad esempio le antiche finestre bifore a sesto acuto furono trasformatePerego ("''in aperturenostro rettangolari,archiepiscopali mentre gli ampi saloni furono rimpiccioliti con la creazione di locali più piccolipalatio''"<ref name="Cita|D'Ilario,Autori 1984vari|pagp. 21425">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214}}.</ref>.) Questil'arcivescovo ultimidi probabilmente non eranoMilano [[Affresco|affrescati]]Francesco maI eranoda decorati con [[Arazzo|arazziParma]] e quadri<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag.successore 214"/>.di SopraOttone ilVisconti portonee disaltuariamente ingressodimorante eraa presente un affrescoLegnano, checoncesse fuil perso3 conaprile la1297 demolizionequaranta dell'edificio<ref>{{Cita|D'Ilario,giorni 1984|pagg.di 213-214}}.</ref>.indulgenza Sulai lato era stata costruita una loggetta esternafedeli che davaavessero sudonato uni piccolofondi giardino<refnecessari name="Cita|D'Ilario,per 1984|pag.completare 214"/>.i Inlavori seguitodella lechiesa finestredi furonoSan dotatePietro di un piccolo tetto protettivo[[Saronno]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pagp. 21446"/>. L'ingresso di Palazzo Leone da Perego verso il cortile era provvisto di un [[porticato]]<ref name="{{Cita|D'Ilario, 1984|pagp. 214"46}}.</ref>.
 
SulDurante latoi sudsecoli delil Palazzopalazzo Leonefu daoggetto Peregodi originariodiversi erarimaneggiamenti. prospicienteAd l'anticoesempio Palazzole Visconti.antiche Quest'ultimofinestre erabifore conosciutoa consesto questoacuto nomefurono perchétrasformate fuin residenzaaperture dell'arcivescovorettangolari, dimentre Milanogli [[Ottoneampi Visconti]],saloni chefurono successerimpiccioliti acon Leonela dacreazione Peregodi locali più piccoli<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214}}.</ref>. IQuesti dueultimi edificiprobabilmente formavanonon unerano cortile[[Affresco|affrescati]] chema eraerano denominatodecorati "Cortecon Arcivescovile"[[Arazzo|arazzi]] e quadri<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214"/>. InSopra il corrispondenzaportone di Palazzoingresso Viscontiera presente un affresco, ancheche dopofu perso con la demolizione deldell'edificio<ref>{{Cita|D'Ilario, castello1984|pagg. dei213-214}}.</ref>. Cotta,Sul continuòlato adera esserestata presentecostruita launa giàloggetta citataesterna "portache didava sotto"su un piccolo giardino<ref name="Cita|AgnolettoD'Ilario, 19921984|pag. 32214"/>. QuestoIn passaggioseguito coperto,le confinestre lafurono demolizionedotate deldi castelloun deipiccolo Cotta,tetto iniziòprotettivo<ref aname="Cita|D'Ilario, collegare1984|pag. il214"/>. complessoL'ingresso architettonico formato dadi Palazzo Leone da Perego everso Palazzoil Visconti,cortile aera un edificio posto dall'altra parte dell'odierno corso Magenta, che all'epoca si chiamava via Portaprovvisto di Sotto<ref>{{Cita|Agnoletto,un 1992|pag. 33}}.</ref>[[porticato]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 216214">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 216}}.</ref>.
 
Sul lato sud del Palazzo Leone da Perego originario era prospiciente l'antico Palazzo Visconti, che sui documenti medievali è conosciouto come "''preciosa pallatia''"<ref name="Autori vari|p. 25">{{Cita|Autori vari|p. 25}}.</ref>. Quest'ultimo era conosciuto con questo nome perché fu residenza dell'arcivescovo di Milano [[Ottone Visconti]], che successe a Leone da Perego<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214"/>. I due edifici formavano un cortile che era denominato "Corte Arcivescovile"<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214"/>. In corrispondenza di Palazzo Visconti, anche dopo la demolizione del castello dei Cotta, continuò ad essere presente la già citata "porta di sotto"<ref name="Cita|Agnoletto, 1992|pag. 32"/>. Questo passaggio coperto, con la demolizione del castello dei Cotta, iniziò a collegare il complesso architettonico formato da Palazzo Leone da Perego e Palazzo Visconti, a un edificio posto dall'altra parte dell'odierno corso Magenta, che all'epoca si chiamava via Porta di Sotto<ref>{{Cita|Agnoletto, 1992|pag. 33}}.</ref><ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 216">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 216}}.</ref>.
 
Nel 1898 Palazzo Leone da Perego fu demolito e ricostruito utilizzando alcune decorazioni dell'omonimo complesso precedente<ref name="spaziarte"/>. Di queste ultime, le uniche che sono sopravvissute sono due stemmi viscontei che sono presenti, rispettivamente, all'ingresso di corso Magenta (in questo caso è un blasone marmoreo di Ottone Visconti del 1277<ref name="Cita|Ferrarini, 2001|p. 55">{{Cita|Ferrarini, 2001|p. 55}}</ref>) ed all'interno del complesso architettonico<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214"/>. Palazzo Visconti fu invece quasi completamente rifatto nel 1937<ref name="Cita|Ferrarini, 2001|p. 101"/>. Il portone che da corso Magenta conduce all'interno della corte arcivescovile è stato ricostruito nel 1890<ref name="Cita|Ferrarini, 2001|p. 101"/>.