Capra pyrenaica pyrenaica: differenze tra le versioni
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Un tempo, il suo areale si estendeva dai [[Pirenei]] francesi e spagnoli fino al [[Paese Basco]], alla [[Navarra]] ed alla [[Catalogna]] settentrionale. Era conosciuta con il nome locale "'''bucardo'''".
== Estinzione ==
A partire dal [[1900]], il loro numero era sceso al di sotto delle 100 unità. Dieci anni dopo, ne rimanevano appena 40, concentrati nella provincia di [[Huesca]] in [[Spagna]]. Dopo il fallimento delle operazioni di recupero di questa specie, l'ultimo esemplare (una femmina di nome Celia) fu trovato morto il 6 gennaio 2000, col collo spezzato a causa della caduta di un albero, decretando l'[[estinzione]] della specie.
Due giorni dopo, una compagnia di ricerca biomedica si offrì di [[clonazione|clonare]] lo stambecco dei [[Pirenei]] a partire dalle cellule di tessuto ottenute nel [[1999]]: si riteneva che la clonazione fosse più facile di quella, ad esempio, avvenuta con un cucciolo di [[Bos sauveli|gaur]], poiché i meccanismi riproduttivi delle capre sono meglio conosciuti e la loro gestazione è più breve. Tuttavia, non si disponeva di cellule maschili per clonare maschi, quindi sarebbe stato possibile clonare solo esemplari femmina, ma questo sarebbe stato inutile perché, prima o poi, sarebbero morti senza dare continuità alla specie. Fu proposto di accoppiare i cloni con altre sottospecie di stambecco, ma questo avrebbe comportato la nascita di esemplari meticci di [[stambecco]]. Si è pensato di creare esemplari maschi sostituendo il [[cromosoma X]] della cellula femminile di stambecco con un [[cromosoma Y]] di un'altra sottospecie, tuttavia non esiste ancora una tecnologia capace di fare ciò.
== In futuro ==
Dal 2000, tre team di scienziati (due spagnoli ed uno francese) hanno studiato un metodo per ''reintrodurre'' lo stambecco sui [[Pirenei]], partendo dalle altre due sottospecie presenti nel territorio spagnolo.
==Bibliografia==
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