Lazzaretto di Milano: differenze tra le versioni

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== La necessità di un lazzaretto ==
Tra il [[1448]] eed il [[1449]], durante la [[Aurea Repubblica Ambrosiana|Repubblica Ambrosiana]], venne ipotizzata la creazione di un luogo per il ricovero dei poveri e degli infermi, prima a [[Cusago]] e poi in una costruzione presso la [[Chiesa di San Barnaba (Milano)|chiesa di San Barnaba]] a [[Porta Vittoria (Milano)|porta Tosa]]; all'epoca gli infermi erano ricoverati in prossimità del [[Castello Sforzesco|Castello di Porta Giovia]].<ref>{{cita|Beltrami 1899|pp. 17-18.}}</ref>
 
Nel [[1468]], tra giugno e luglio, in occasione delle nozze tra [[Galeazzo Maria Sforza]] e [[Bona di Savoia]], si ha notizia del diffondersi della peste e vari nobili si trasferirono fuori città.<ref>{{cita libro|autore=L. Beltrami|titolo=Gli sponsali di Galeazzo Maria Sforza, MCCCCL-MCCCCLXVIII|città=Milano|anno=1893|pp=29 e 33}}</ref>
 
Nello stesso anno, con lettera del [[10 agosto]], il notaio [[Lazzaro Cairati]] sottopose al duca un progetto per la costruzione di un [[lazzaretto]] a [[Crescenzago]], presso la [[Martesana]]; le acque del naviglio avrebbero circondato la struttura eed avrebbero permesso di condurre gli infermi per via d'acqua. Era prevista una superficie di 400 pertiche quadrate (pari a 26 ettari) con 200 camere quadrate con lato di 8 braccia. Ogni camera sarebbe stata isolata dalle altre eed avrebbe avuto due finestre, due fori di ventilazione, un piccolo camino eed una latrina; il letto sarebbe stato in paglia, in modo da poterla bruciare al momento della disinfezione. Un edificio apposito avrebbe accolto i casi sospetti, tenendoli separati dai contagiati. Erano previste anche due piccole chiese con spazi per le sepolture eed una grande casa per alloggiare medici, ''barbieri'' eed ufficiali.<ref>{{cita|Beltrami 1899|pp. 18-19.}}</ref> In questo progetto è notato da alcuni un influsso delle idee del [[Filarete]].<ref>{{cita|Patetta 1986|p. 81.}}</ref>
 
Il duca inviò il tutto al Consiglio segreto di Milano che l'approvò, nonostante alcune proteste degli abitanti di [[Crescenzago]]; la realizzazione fu però accantonata, probabilmente per mancanza di fondi.<ref>{{cita|Beltrami 1899|p. 19.}}</ref>