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La chiesa, oggi parrocchiale, rappresenta il centro della devozione canzanese e fu edificata ed intitolata alla Madonna dell'Alno nell'anno [[1592]] dalla Congregazione del Santissimo Rosario come riporta l'epigrafe sull'[[architrave]] del portale: «Societas Rosarii erigendum curavit AD 1592».
 
Secondo la tradizione la [[Maria (madre di Gesù)|Vergine]] comparve il [[18 maggio]] [[1480]], sulla sommità di un [[alnus|alno]], al contadino Giovanni Floro, (citato anche come Floro di Giovanni<ref name="Nicola Palma pag. 172">N. Palma, ''op. cit.'', pag. 172.</ref> che stava arando la terra in un campo situato poco fuori dal centro abitato. L'uomo notò che i suoi buoi tendevano ad inginocchiarsi e, guardandosi intorno, vide la Madonna sull'albero.<ref name="Luigi Braccilli, pag. 17">L. Braccilli, ''op. cit.'', pag. 17.</ref> La Vergine si rivolse a lui e gli chiese che fosse edificata una chiesa a lei dedicata nella località di Piano del Castellano a Canzano.<ref name="Nicola Palma pag. 389172"/> Il coltivatore tornò immediatamente in paese e riferì quanto gli era accaduto ma, non creduto e beffato e deriso dai compaesani, se ne tornò nei campi.<ref name="Nicola Palma pag. 172"/>
 
Il giorno successivo, la Madonna apparve nuovamente e rinnovò la stessa richiesta a Floro che, con mestizia, le raccontò che i canzanesi non avevano prestato fede alle sue parole. La Vergine, tacendo, scomparve, ma il 20 maggio, dopo le ore 18, si manifestò nuovamente e chiese a Floro di tornare in paese, di esporre ciò che gli stava succedendo e di comprovare quanto affermava conducendo personalmente un cavallo, notoriamente indomito, di proprietà della famiglia di Falamesca de Montibus. la Madonna invitò il contadino a farsi guidare dall'animale che avrebbe tracciato e delimitato, con il suo cammino, il sito su cui erigere la chiesa.<ref name="Nicola Palma pag. 172"/> Il proprietario del cavallo accettò di affidarlo a Floro che, fra lo stupore di tutti i presenti, riuscì a cavalcarlo<ref name="Nicola Palma pag. 172"/> conducendolo fino al Piano del Castellano. Qui, l'animale «''senza freno e senza guida, girò tre volte intorno ad uno spazio, ed infine s'inginocchiò, e curvò la testa fino a terra.''»<ref name="Nicola Palma pag. 172"/> Gli astanti, che fino ad allora avevano osservato in silenzio, espressero il loro stupore con gran fragore e dettero vita della fabbrica della nuova chiesa.<ref name="Nicola Palma pag. 172"/>