Fiat Ritmo: differenze tra le versioni
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L'obiettivo era quello di dare alla media FIAT un aspetto più moderno, in modo da tenere il passo delle protagoniste del segmento fuori dai confini nazionali, in particolare [[Volkswagen Golf]] e [[Renault 14]].
Il [[marketing]],
Il [[Centro Stile Fiat]], guidato da [[Gianpaolo Boano]] realizzò una [[berlina]] di dimensioni contenute (meno di 4 [[metro|metri]] di lunghezza), con avvolgenti paraurti in [[plastica]] (incorporanti anche le luci) e caratterizzata da un forte contrasto fra elementi circolari (fari, maniglie porta) e linee tese (fiancata e coda). Per contenere i costi di produzione, venne elaborato un particolare processo produttivo per la realizzazione dei costosi paraurti sintetici. Fu la prima auto italiana (in Francia la [[Renault 5]] li aveva dal 1972) ad avere i paraurti integrati nel corpo vettura (e non sporgenti assestanti come fino ad allora succedeva); questo causò inizialmente alcune difficoltà da parte del pubblico ad accettare la vettura che a quel tempo sembrava priva di paraurti.<ref>[http://www.omniauto.it/magazine/428/fiat-ritmo Articolo su omniauto.it]</ref>
Anche gli interni, con plancia e pannelli porta, completamente in plastica, stampati in pezzo unico erano improntati alla massima funzionalità ed abitabilità. Un altro tocco di "modernità" al modello era dato dall'assemblaggio automatizzato (attraverso l'uso di [[robot]]) di buona parte dell'autovettura. L'impostazione meccanica invece era la stessa della 128: [[trazione anteriore]], [[sospensione (meccanica)|sospensioni]] a ruote indipendenti [[MacPherson (meccanica)|MacPherson]] davanti, balestrone trasversale al posteriore e [[freno|impianto frenante]] di tipo misto. Il [[cambio (meccanica)|cambio]] manuale poteva essere a 4 o 5 marce.
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