Rocco Lo Presti: differenze tra le versioni

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Nel [[1970]] Lo Presti inizia la sua grande ascesa nel campo dell'edilizia. Sono ormai presenti da tempo a Bardonecchia appartenenti delle famiglie siciliane dei [[John Gambino|Gambino]], degli [[Rosario Spatola (1940)|Spatola]] e degli [[Famiglia Inzerillo|Inzerillo]] e Lo Presti molto presto entra in rapporti di affari con i fratelli Salvatore e Alfonso Gambino di [[Palermo]], cugini diretti dei [[Gambino (famiglia)|Gambino]] di [[New York]]. Diventeranno i suoi fedelissimi collaboratori nel reclutamento e nello sfruttamento della manodopera edilizia. Successivamente entra in rapporti di amicizia anche con loro cugino, il giovane ''Totuccio'' [[Salvatore Inzerillo]], futuro boss di [[Palermo]], ancora agli inizi della sua carriera criminale. Diventeranno amici fraterni. Nel [[1971]] è il re degli appalti, finiscono tutti a lui. Palazzi, cantieri e centinaia e centinaia di dipendenti. Non c'è impresario o '' mercante di braccia'' che non conosca Rocco Lo Presti. In molti sostengono che in questo periodo Lo Presti abbia festeggiato da imprenditore, in un noto ristorante di Bardonecchia, il suo primo miliardo di lire. Il 1° Maggio [[1971]] è la [[Festa del lavoro|Festa dei Lavoratori]]. Ottomila torinesi sono in piazza Vittorio Veneto a Torino per la tradizionale sfilata. In un bar sotto i portici alcuni immigrati calabresi parlano sottovoce. Stanno discutendo con Carmelo Manti, intonacatore cottimista. All’improvviso il Manti si alza, estrae una pistola, spara e uccide i quattro compaesani e si confonde tra la folla. Lascia a terra Domenico Parisi, Giuseppe Prochilo, Alfredo Muoio e Franco Maltraversi. Sono '' mercanti di braccia'' che esigono il pagamento della tangente. Deve loro quasi 2 milioni di lire<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,1518_02_1971_0098A_0005_23280548/ Quattro calabresi uccisi a Torino] [[La Stampa]] 3 Maggio 1971 </ref>. Giuseppe Prochilo, boss del [[racket]] dell'edilizia è il luogotenente di Rocco Lo Presti. La strage del 1° Maggio alza il velo e rompe il fronte di omertà sul racket dell'edilizia. Arrestato e interrogato dal giudice, il Manti, rivela ogni segreto sul racket. Racconta di appalti e subappalti, cottimismo, sfruttamento, tangenti. Torino scopre una organizzazione germogliata sulla miseria e sulla sofferenza di tanti immigrati. Rivela i nomi dei boss che controllano il racket. Tra i nomi c’è anche quello di Rocco Lo Presti<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,1518_02_1971_0099_0004_21399674/ Nella strage di piazza Vittorio una drammatica denuncia del racket] [[La Stampa]] 4 Maggio 1971 </ref>. L’attenzione dei giornali e della magistratura si concentra su Bardonecchia. Si inizia a parlare di caporalato, sfruttamento abusivo della manodopera, racket nei cantieri. Operai in cerca di lavoro che vengono reclutati a [[Porta Palazzo]] e alla stazione di [[Stazione di Torino Porta Nuova|Porta Nuova]] al momento del loro arrivo in [[Piemonte]] e portati in massa nei cantieri a Bardonecchia. Imprenditori che vengono minacciati e costretti a rinunciare a ogni tipo di lavoro sul territorio di Bardonecchia. Nessun imprenditore può muovere un mattone a Bardonecchia senza il consenso di Lo Presti. È lui a decidere a chi dare il lavoro. È lui a decidere la fornitura dei materiali. È lui ad avere potere di vita o di morte. Attraverso minacce, intimidazioni e prevaricazioni di ogni genere riesce ad avere il controllo della manodopera edilizia in [[Val di Susa]]<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,1499_02_1974_0079_0005_21151339/ La mafia si preparava ad impadronirsi di lavori del Frejus] [[La Stampa]] 4 aprile 1974 </ref>. Nel gennaio del [[1972]] l'episodio più significativo di minacce. Un gruppo di operai calabresi armati ha circondato un cantiere edile ordinando agli operai di sgomberare e di non farsi vedere mai più. Ai disgraziati non resta che obbedire. Il lavoro passerà a Rocco Lo Presti. Ma quando il magistrato comincia gli interrogatori, nessuno ricorda più niente. Leonardo Ferrero, giornalista de ''l'Unità'' che sta svolgendo un servizio sulla speculazione edilizia in Val di Susa viene minacciato dallo stesso Lo Presti come vengono minacciati i sindacati a tutela dei lavoratori. I sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil dichiarano ai giudici di Torino che, durante un giro dei cantieri di Bardonecchia nell'ottobre del 1971, i loro spostamenti erano seguiti da alcune auto e che era praticamente impossibile avvicinarsi ai lavoratori che sembrava avessero il terrore di colloquiare. I sindacalisti dichiarano inoltre di essere stati direttamente minacciati e di avere ricevuto telefonate in cui venivano invitati a non andare nei cantieri di Bardonecchia poiché poteva finire male. Altri imprenditori minacciati, cantieri devastati. Il sindaco di Bardonecchia, Mario Corino, accusa pubblicamente Lo Presti. La tensione è alta. Nel maggio [[1972]] un certo Giovanni Rosace sostiene che a Bardonecchia si svolge un intenso traffico di d'armi e preziosi provenienti da [[Marsiglia]] controllato da Lo Presti<ref> [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,1112_01_1974_0072_0005_21482158/ Il traffico d'armi e preziosi con la Francia passerebbe per le cosche della Val di Susa] [[La Stampa]] 4 Aprile 1974 </ref>. Nello stesso periodo in un rapporto dei carabinieri si afferma che il Lo Presti controlla a [[Torino]] cinque bische clandestine. Nel [[1973]] viene mandato in soggiorno obbligato a Bardonecchia il cugino ''Don Ciccio'' [[Francesco Mazzaferro]]<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,10/articleid,0147_01_1973_0050_0010_5549861/ Presunto boss del contrabbando espulso dalla Calabria ritornerà a Bardonecchia] [[La Stampa]] 28 Febbraio 1973 </ref>. L'accoppiata è perfetta. Insieme domineranno il campo dell'edilizia aggiudicandosi appalti lucrosi come la realizzazione del [[Traforo stradale del Frejus|Traforo del Frejus]].
 
[[File:Rocco lo Presti accompagnato all'Asinara.jpg|right|thumb|Rocco Lo Presti accompagnato dagli agenti all'Asinara (1976).]]
 
=== Il solido legame con Inzerillo e i Gambino. Il confino all'Asinara ===
Nel [[1973]] l'[[Interpol]] segnala la presenza di Lo Presti a [[New York]]. Per il suo soggiorno negli [[Stati Uniti]] sarà ospite con la moglie e la figlia presso i [[John Gambino|Gambino]] di [[Cherry Hill]], nel [[New Jersey]]. I fratelli John, Joseph e [[Rosario Gambino]], cugini di [[Salvatore Inzerillo]] e nipoti di [[Carlo Gambino]], capo della più potente famiglia mafiosa degli Stati Uniti. Una foto ritrae Lo Presti seduto ad un banchetto con Don [[Carlo Gambino]]. Si reca anche in Canada, dapprima nell'[[Ontario]], e stringe alleanza con i nomi noti del crimine organizzato di [[Toronto]]. [[Rocco Zito]], ''Mike'' Racco, Cosimo Stalteri e ''Jimmy'' De Leo. Successivamente si reca nel [[Québec (città)|Québec]], a [[Montreal]] e si allea con Vic [[Famiglia Cotroni|Cotroni]] e [[Paul Violi]]. Nel gennaio del [[1975]] la [[Criminalpol]] manda in fumo a Bardonecchia un convegno mafioso. Avrebbe dovuto svolgersi un vertice fra mafiosi calabresi, italoamericani e siciliani, ma saltò tutto all'ultimo momento, forse perché era giunta notizia di una possibile irruzione della polizia. Si è invece svolta in realtà una cerimonia del tutta innocente. Quella del battesimo del secondogenito di Rocco Lo Presti<ref> [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,1105_01_1975_0005_0004_21050469/ L'arrivo in forze della Criminalpol manda in fumo convegno mafioso] [[La Stampa]] 7 Gennaio 1975 </ref>. Nella primavera dello stesso anno Lo Presti torna di nuovo negli Stati Uniti. Si parla di entrare in rapporti di affari con la famiglia Gambino. Iniziare a costruire a [[Miami]] in [[Florida]] assieme a [[John Gambino]] e [[Salvatore Inzerillo]]. Purtroppo il sogno americano svanisce. Al suo rientro in Italia, la [[Commissione Parlamentare Antimafia]], attirata dai numerosi articoli sul giornale, che già da un anno si sta occupando di lui, ha mandato a Bardonecchia una delegazione presieduta da [[Pio La Torre]] che ha accertato la presenza della [[criminalità organizzata]] e ha individuato in Lo Presti il boss mafioso. L'allora [[questore (ordinamento italiano)|questore]] di [[Torino]] Emilio Santillo scrive un voluminoso ''dossier'' sull'infiltrazione della [['Ndrangheta]] in [[Val di Susa]]<ref> [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,1499_02_1974_0078_0005_21151380/ Questi gli undici nomi dei boss di Bardonecchia] [[Stampa Sera]] 3 Aprile 1974</ref><ref> [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,1112_01_1974_0071_0004_21471873/ Ecco l'esplosivo dossier sulla mafia in Valle di Susa] [[La Stampa]] 3 Aprile 1974</ref> che controlla l'edilizia con particolare riferimento alla sua figura. Grazie a questo dossier nel [[1975]] Lo Presti viene accusato di essere a capo del cosiddetto fenomeno del ''racket delle braccia'' e su richiesta dell'ex procuratore capo di Torino, [[Bruno Caccia]]<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,1107_01_1975_0146_0005_21288829/ Chiesto dal procuratore il confino per Lo Presti] [[La Stampa]] 28 giugno 1975 </ref>, viene condannato a tre anni di confino sull'isola dell'[[Asinara]] entrando così nel [[Almanacco di Gotha|Gotha]] dei grandi boss mafiosi<ref> [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,1109_01_1975_0238_0005_21400492/ Lo Presti accompagnato dagli agenti all'Asinara] [[La Stampa]] 15 ottobre 1975</ref>. Sull'isola troverà [[Luciano Liggio]], [[Tommaso Buscetta]], Ignazio Pullarà di [[Palermo]], [[Giuseppe Di Cristina]] di [[Riesi]], Rocco [['Ndrina Gioffrè|Gioffrè]] di [[Seminara]], [[Francesco Barbaro (criminale)|Francesco Barbaro]] di [[Platì]].