Lucio Afranio (console 60 a.C.): differenze tra le versioni
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Tornato dalla [[Terza guerra mitridatica|guerra mitridatica]], conclusasi con la morte del [[Mitridate VI del Ponto|re]] tanto ostile verso i romani, Pompeo volle garantirsi l'approvazione da parte del senato delle conquiste effettuate in Oriente e la rettifica dell'assetto dato all'intera fascia medio-orientale a seguito della lunga campagna di guerra. <ref>Luigi Pareti, Storia Romana, III, 8.16.</ref> Per rendere ciò possibile appoggiò caldamente ed in maniera poco cristallina, mediante intrighi, la candidatura al consolato di Lucio Afranio, che riusci ad essere eletto nel 60 a.C. insieme a [[Quinto Cecilio Metello Celere]]. Pompeo si aspettava di vedere approvate le sue richieste dal senato, essendo riuscito con successo a piazzare il suo fedele legato in una così importante carica, ma le sue aspettative furono clamorosamente disattese. Non solo il senato iniziò a fare ostruzionismo su tutte le proposte del console, tanto che non riuscì a fare approvare nessuno dei provvedimenti che il suo comandante aveva richiesto, ma questi cominciò anche ad essere fatto bersaglio dei veti del suo collega ed avversario, Metello Celere.<ref>Luigi Pareti, Storia Romana, III, 8.17.</ref><ref>Luigi Pareti, Storia Romana, III, 8.18</ref> Egli infatti godeva della fama, presso il senato, di essere un "imbecille incolto", e [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] stesso lo definiva "ignavo"<ref>Marco Tullio Cicerone, Epistole ad Attico, I, 18,5.</ref> e "indegno del consolato"<ref>Marco Tullio Cicerone, Epistole ad Attico, I,20,5.</ref>.
L'azione di [[Marco Porcio Catone Uticense]], [[Quinto Cecilio Metello Celere]], [[Lucio Licinio Lucullo]] ed altri leader ottimati, stigmatizzata tuttavia da Cicerone, ebbe conseguenze decisive per il futuro della [[Repubblica romana|res publica]]. Infatti rifiutando di accogliere le richieste di Pompeo, ma anche simultaneamente quelle di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] e di [[Marco Licinio Crasso|Crasso]], di fatto il senato li spinse l'uno nelle braccia dell'altro
Fu anche [[Pretore (storia romana)|pretore]] nel [[72 a.C.|72]] o nel [[71 a.C.]], mentre fu eletto [[Console (storia romana)|console]] per il [[60 a.C.]] insieme a [[Quinto Cecilio Metello Celere]]. Ottenne come provincia consolare la [[Gallia]], forse la [[Gallia Cisalpina|Cisalpina]], ma non è sicuro il suo soggiorno nella provincia. Dal [[53 a.C.]] fu in Spagna, sempre come legato di Pompeo, alla testa di tre [[legione romana|legioni]], e nel [[49 a.C.]] difese [[Lleida|Ilerda]] durante la [[guerra civile tra Cesare e Pompeo]]. Dopo la presa della città ad opera dell'esercito di [[Gaio Giulio Cesare]], ottenne il perdono di quest'ultimo, ma successivamente tornò da Pompeo. Partecipò, sempre nelle file dei pompeiani, alle [[battaglia di Farsalo|battaglie di Farsalo]] e [[battaglia di Tapso|Tapso]], e, proprio qui, caduto prigioniero, venne messo a morte.
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