Maprotilina: differenze tra le versioni

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La maprotilina cloridrato è controindicata in caso di ipersensibilità accertata, mania, danno epatico e renale grave, glaucoma ad angolo stretto, ritenzione urinaria, epilessia, infarto miocardico recente, ipertiroidismo, ipertrofia prostatica e gravidanza. Durante il trattamento con maprotilina si consiglia particolare attenzione nella guida e nelle attività che richiedono concentrazione, poiché il farmaco induce sonnolenza. La terapia non deve essere interrotta bruscamente e comunque non prima che siano trascorse almeno tre settimane dalla remissione dei sintomi.
Sovradosaggio ed antidoti ­ Nel complesso la mortalità da iperdosaggio (specie autoavvelenamento) è bassa; la tossicità cardiaca è certamente minore di quella dell'amitriptilina e della imipramina e, nel complesso, risulta abbastanza modesta. In caso di sovradosaggio si manifestano sonnolenza, midriasi, iperpiressia, tachicardia, aritmia, atassia, rigidità muscolare, agitazione, vomito, cianosi, ipotensione, perdita di coscienza e convulsioni. Il trattamento prevede emesi e lavanda gastrica. Può essere utile la gastrolusi nell'intento di eliminare più rapidamente il farmaco. L'ambiente deve essere isolato, riducendo al minimo gli stimoli esterni per evitare la comparsa di convulsioni. L'eretismo e le convulsioni possono essere trattate con somministrazione parenterale di diazepam o altro anticonvulsivante. Può essere utile la diuresi forzata.
 
La maprotilina, come altri antidepressivi, può potenziare gli effetti di amine pressorie (sul sistema cardiovascolare), anestetici e alcool, mentre può ridurre l'attività di alcuni farmaci antiipertensivi.