Constantin Pârvulescu: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
m aggiunto link |
||
Riga 7:
Nel novembre del 1979, al 12° Congresso del Partito, Pârvulescu prese la parola criticando la rielezione di Ceauşescu alla direzione del partito, accusandolo di mettere gli interessi personali d'avanti a quelli del partito e della nazione. Ha anche accusato il congresso di trascurare i veri problemi del paese, preoccupati solo a glorificare Ceauşescu. Questo attacco senza precedenti è venuto da un uomo della nomenclatura comunista, con un'allineamento permanente schierato al comunismo in stile sovietico (era l'unico membro del [[Comitato centrale|Comitato Centrale]] che si oppose all'ordine di ritiro delle truppe sovietiche di [[Nikita Sergeevič Chruščёv|Krusciov]] nel 1958). Avendo raggiunto gli 84 anni di età, le ambizioni personali non potevano di certo essere un fattore motivante per questo discorso. Così, la stampa occidentale considerò le sue osservazioni come prova di insoddisfazione nei ranghi del partito. Pârvulescu venne espulso espulso, spogliato della sua posizione di delegato al congresso e posto sotto stretta sorveglianza agli arresti domiciliari.
Nel marzo 1989 è stato uno dei firmatari della lettera aperta conosciuta come "[[Lettera dei Sei]]", insieme a ad altri cinque alti dirigenti comunisti ([[Gheorghe Apostol]], [[Alexandru Bârlădeanu]], Grigore Răceanu, Corneliu Mănescu e [[Silviu Brucan]]). Il documento, trasmesso immediatamente su [[Radio Free Europe]] e su [[Voice of America]], è stata una aperta critica nei confronti delle politiche di Ceauşescu e che ha portato al rapido arresto e all'incarceramento dei firmatari da parte della [[Securitate]] e poi alla loro stretta sorveglianza in diverse località.
Era sposato con Suzana Pârvulescu (1898-1942), attivista del PCR che venne imprigionata dal 1936 al 1939.
|