Monarcomachi: differenze tra le versioni
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== Le teorie monarcomache ==
Le teorie furono accolte tanto in seno al [[protestantesimo]] (sostenute da personalità come [[George Buchanan (umanista)|George Buchanan]] e [[Charlotte Duplessis-Mornay]], autore insieme a [[Hubert Languet]], secondo teorie non del tutto accertate, delle ''[[Vindiciae contra tyrannos]]'' del [[1579]]), quanto in seno al [[chiesa cattolica|cattolicesimo]] come diritto alla difesa dell'ortodossia contro il prevalere di confessioni ritenute eretiche o ostili (difese dai [[Compagnia di Gesù|gesuiti]] [[spagnoli]] [[Juan de Mariana]] e [[Francisco Suárez]], autori rispettivamente del ''De rege et
I monarcomachi ritenevano che ogni regime politico dovesse fondarsi sul consenso del popolo, quandanche il potere del sovrano (prerogativa popolare trasferita pro tempore al sovrano) dipendesse dal volere di [[Dio]]<ref>Simonutti, Luisa, ''Contro la servitù delle coscienze. Assolutisti e monarcomachi di fronte alla tolleranza nella Francia d'Ancien régime'', Scienza e politica. N. 21, 1999, Bologna : CLUEB, 1999.</ref>. Il patto intervenuto in origine fra re e popolo sanciva la subalternità del monarca alla legge (e non poteva essere ammessa la subordinazione della legge al monarca). Emandando ogni potere da Dio, la stessa rivolta e il medesimo tirannicidio venivano giustificati dal patrocinio divino. Nel 1575 Teodoro di Bèze, che subentrò a [[Giovanni Calvino|Calvino]] come capo della [[Protestantesimo|chiesa protestante]] [[Ginevra|ginevrina]], che sosteneva l'esistenza di un "contratto" tacito tra re e popolo che obbligherebbe il primo ad agire nel rispetto del secondo, in ''Du droit des Magistrats sur leurs sujets'' giunse a invocare l'idea dell'assassinio ispirato da Dio, dunque lecito, contro quei monarchi divenuti persecutori.<ref name=ref1>{{cita libro|Koenigsberger| H.G., Mosse G.L., Bowler G.Q.| L'Europa del Cinquecento | [[2004]] | [[RCS MediaGroup|RCS]] | [[Milano]]}} pp. 407-411</ref> Un opuscolo anonimo del [[1578]] affermava che legittimo era il diritto del popolo a uccidere il tiranno, che sarebbe stato ottemperato solo da eletti chiamati da Dio stesso.<ref name=ref1/>
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