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Da Villanova Tulo la ferrovia riprende a salire di quota costeggiando il lago, in corrispondenza del quale è posta l'unica variante realizzata al percorso della ferrovia: i treni dal 1960 transitano su un ponte promiscuo stradale/ferroviario in cemento realizzato negli stessi anni in cui fu creato l'invaso artificale; precedentemente il percorso ferroviario valicava la gola poco più a nord con un viadotto a sei luci in muratura con travata metallica, poi sommerso dal lago dopo la dismissione. Il tracciato raggiunge in quest'area la casa cantoniera numero 73 detta "Palarana", posta tra due gallerie e in passato luogo di lavoro a cui venivano destinati i cantonieri indisciplinati, per poi risalire verso nord e raggiungere la [[stazione di Betilli|fermata di Betilli]], nell'omonima foresta, e la [[stazione di Esterzili]].
La ferrovia prosegue verso nord-est nella [[Barbagia di Seulo]] lungo l'altipiano di Pranu Murdegu giungendo a [[Sadali]] e da qui, dopo aver lambito l'area della ex miniera di [[antracite]] di San Sebastiano (per cui era operativa una piattaforma di carico sui treni) si superano gli 800 {{m s.l.m.}} arrivando nella [[stazione di Seui]], uno degli scali principali della linea ed abituale punto di incrocio dei treni. Il tracciato da qui continua verso est scendendo di quota: si è nelle vicinanze del [[Gennargentu]] e aumenta la presenza di ponti, gallerie (tra cui quella di Arcuerì, la maggiore della linea con i suoi 511 m di lunghezza) e curve. Gli impianti successivi sono tutti in posizione isolata ai piedi della montagna, si tratta nell'ordine delle fermate di [[stazione di Anulù|Anulù]] e di quelle di San Girolamo e Niala, queste ultime attivate dopo la destinazione a linea turistica della ferrovia nei pressi del viadotto sul rio San Girolamo, una delle opere d'arte più rilevanti di tutta la Mandas-Arbatax con i suoi quattro archi a tutto sesto sorreggenti una travata metallica di cinquanta metri di lunghezza. La discesa (con punte del 29‰ di dislivello) lungo la valle di San Sebastiano termina nella [[stazione di Ussassai]], uno dei non pochi impianti della linea posto a notevole distanza dal relativo centro abitato; da qui con un'ascesa altrettanto ripida viene raggiunta Gairo la cui [[stazione di Gairo|stazione]], situata nella frazione di Gairo Taquisara, sino al [[1956]] fu capolinea della dismessa diramazione per Jerzu.
[[File:Lanusei (Statione).jpg|thumb|left|Interno della stazione di Lanusei]]▼
Nella porzione di tracciato verso lo scalo di [[stazione di Villagrande|Villagrande]] viene raggiunta la quota più alta della ferrovia (870 {{m s.l.m.}}), che dalla successiva [[stazione di Arzana]] inizia una costante discesa lunga oltre 45 km verso il mare dell'[[Ogliastra]]. Dopo l'impianto arzanese viene affrontata la galleria elicoidale di Pitzu 'e Cuccu, una delle due di questo tipo presenti in Sardegna, e si raggiunge [[Lanusei]], uno dei centri più importanti dell'area. Oltre alla [[stazione di Lanusei|locale stazione]] (dotata di rimessa rotabili) era in passato attiva nel comune una [[stazione di Corosa|fermata nel quartiere di Corosa]], dopo la quale i binari lasciano il centro ogliastrino giungendo nella vicina [[Elini]] e da qui, sempre in tortuosa discesa, verso la [[stazione di Sella Elecci]], a poco più di 200 metri di quota.
▲[[File:Lanusei (Statione).jpg|thumb|Interno della stazione di Lanusei]]
[[File:Sardinien arbatax hafen.jpg|thumb|left|La stazione di Arbatax, posta nel locale porto]]
Da questo impianto viene raggiunta la città di [[Tortolì]], il comune più popoloso raggiunto dalla ferrovia che prima raggiunge l'abitato principale con la sua [[stazione di Tortolì|stazione]] ed in seguito la frazione marittima di [[Arbatax]], dotata in passato di una [[stazione di Cartiera|fermata in coincidenza della ex cartiera]] che precedeva il [[stazione di Arbatax|capolinea]], realizzato nel porto commerciale in luogo della [[stazione di Arbatax (1893)|originaria stazione terminale]] posta ai piedi della torre di San Miguel.
== Traffico ==
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