Dialetto veneziano: differenze tra le versioni

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| suono interdentale {{da chiarire|sordosonoro, intermediocorrispondente traal lasuono ''s''"th" diinglese rosain e la ''j'' francese|se è sordo, come fa ad essere intermedio tra due consonanti sonore?"that".}}
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Assolutamente caratteristiche del dialetto cittadino sono anche alcune varianti di pronuncia che non si riscontrano negli altri dialetti veneti e in parte nemmeno nelle varianti parlate nelle altre isole della laguna:
* Ll'abbreviamentoapprossimazione aidella limiti dell'elisione delle consonanti liquide '''''[l''''' ed '''''r'''''] in posizione intervocalicaprevocalica o davantiintervocalica ain vocale./j/ o /Nel caso della '''''l''''' la pronuncia davanti a vocale è praticamente sempre muta, anche se negli ultimi anni nel parlato comune con l'italianizzazione della lingua questa caratteristica si è attenuata. Nel veneziano cittadino per esempio "lui" si dice ''lù'' (''łu'' secondo translitterazione GVU) che suona molto simile all'inglese "you" invece che a "lù" pronunciato all'italiana. {{cn|Allo1=La stessor modoè anchesempre laretroflessa ''r''in intervocalica/ɽ/ assume(come unnella suono[[lingua brevissimoalbanese]] moltoin similequalsiasi allaposizione 'r'si muta inglesetrovi, rimanendocon tuttaviapossibile ancorarotacismo percepibile;delle lavocale stessache pronunciala diprecede talese '[r'] è comuneseguita allada [[linguauna albanese]]consonante (verde = /vɝɽde/).}}
* Una pronuncia delle vocali ''e'' ed ''o'' tendenzialmente più chiusa per i termini strettamente tipici della lingua, ossia diversi dal corrispettivo italiano: per esempio, "ragazzi" si dice ''fiói'' invece che ''fiòi'', ''sedia'' si dice ''caréga'' invece che ''carèga'' e così via. Di contro, nei termini coincidenti con il corrispettivo in lingua italiana si nota una pronuncia più "aperta", molto vicina all'italiano, quasi a sottolineare la differenza tra l'italiano e il dialetto: ad esempio, un Veneziano direbbe "dipèndere", "prèndere", "prèsto" con la ''e'' aperta come in italiano, a differenza di un trevigiano che direbbe "dipéndere", "préndere", "présto".
* In sostituzione dell'italiano ''gli'', l'utilizzo di ''g'' anziché ''j'': "meglio" diventa ''mègio'' e non ''mèjo'' come per gli altri dialetti veneti; "tagliare" diventa ''tagiàr'' e non ''tajàr''.