Cristoforo Colombo: differenze tra le versioni

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La gioventù e i primi viaggi da mercante: informazioni non essenziali, e comunque senza fonti
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[[File:Monumento a Colón (Madrid) 06.jpg|thumb|upright|Statua dedicata a Colombo a [[Madrid]]]]
Colombo nel 1485, dopo la morte delladi sua donnamoglie, si recò nel Regno di Castiglia, a [[Palos de la Frontera]], insieme al figlio,<ref>Lasciò il Portogallo in segreto, come racconta il figlio, si veda: {{Cita|de las Casas|p. 19}}.</ref> quindi si recò a [[Siviglia]]. Cristoforo era alla ricerca di qualcuno che potesse finanziare l'impresa: dapprima provò con il duca [[Medina Sidonia]], ma questi non ottenne l'appoggio della Corona e si trovò costretto a rifiutare; in seguito tentò con don Luis de la Cerda, duca di [[Medinaceli]] che convinse parzialmente la regina [[Isabella di Castiglia]], la quale decise di incontrare Colombo.<ref>La regina chiese al Celi di cederle le navi nel frattempo costruite ({{Cita|Lorgues, Dandolo|pp. 147-148}}), tre o quattro caravelle, come in {{Cita|Irving 1828|pp. 147-148}}.</ref>
 
Recatosi a [[Cordova]]<ref>{{Cita|Colombo L|p. 296}}.</ref> giunse, il 20 gennaio 1486, al cospetto di Alfonso de Quintanilla, tesoriere dei regnanti,<ref>L'incontro si tenne ad [[Alcalà de Henares]], come confermato da [[Andrés del Corral]] nel "''Pleitos''". Si veda {{Cita|Davidson|p. 150}}.</ref> come preludio all'incontro con la Regina, in quel momento assente. L'esploratore intanto visse nella città frequentando i fratelli Luciano e Leonardo Barroia, che gli presentarono Diego de Arana,<ref>Diego poi navigò con Colombo, che gli lasciò fra l'altro il comando de [[La Navidad]], l'insediamento che più tardi Colombo fondò a [[Haiti]]. {{Cita|Sanguineti|p. 203}}.</ref> di cui conobbe la moglie Costanza e la cugina Beatrice (Beatriz Enríquez de Arana). Quest'ultima, ventenne di famiglia dedita al commercio vinicolo e orfana da tempo, ebbe una relazione con Colombo<ref>L'attenzione che Colombo riservò a Beatrice fu evidenziata dai suoi lasciti, come dimostrano i {{formatnum:10000}} [[maravedí]] da versarle ogni anno, si veda {{Cita|Davidson|pp. 152-153}}.</ref> che non giunse al matrimonio. Il navigatore ebbe una relazione anche con la marchesa di Moya.<ref>Si racconta che fu la stessa marchesa a contribuire al convincimento della regina, essendo sua amica. Si veda {{cita|Irving 1842|p. 210}}.</ref> Ai primi di maggio dello stesso anno i regnanti arrivarono nella città e finalmente [[Ferdinando II di Aragona]] e Isabella incontrarono Cristoforo.<ref>Durante la riunione Ferdinando lasciò nel mentre l'udienza lasciando il tutto a Isabella, che si occupava degli affari riguardanti l'oceano. L'incontro, descritto da [[Andrea Bernaldez]], vide Colombo esporre la sua fantasia facendo in modo che la Regina desiderasse ancora di sentirlo parlare di favole e terre lontane. Las Casas affermava che Colombo con il suo parlare induceva gli altri a considerarlo con amore e che era questa la sua virtù. {{Cita|Granzotto|p. 96}}.</ref> L'esploratore presentò il suo progetto di raggiungere per mare il [[Catai]] e il [[Cipango]]. Tra il [[1486]] e il [[1487]] una commissione, presieduta da padre [[Hernando de Talavera]] (confessore dei re cattolici) e composta da uomini dotti (''letrados'') come Rodrigo Maldonado de Talavera, si riunì per vagliare le effettive possibilità di riuscita del viaggio. Essa seguì i reali nella città di Cordova fino a fine anno e poi si trasferì al loro seguito a [[Salamanca]]. Il verdetto di quella che venne definita la "battaglia di Colombo" arrivò solo alla fine del 1490 e gli esperti alla fine bocciarono la proposta.<ref>Colombo scrisse che veniva ritenuto come un marinaio ignorante a confronto dei dotti, mentre lo storico [[Francisco López de Gómara]] scrisse di lui "''no era docto ma bien entendido''"; si veda {{Cita|Granzotto|pp. 101-102}}. Altri dicevano che la difficoltà maggiore di Colombo era nel far disimparare le conoscenze acquisite. Vedi {{cita|Helps|p. 41}}. In ogni caso Colombo difese le sue tesi con la propria consueta loquacità. Cfr. F. Fernandez-Armesto, ''Cristoforo Colombo'', Laterza, Roma-Bari, 1992, ed. RCS Libri, 2005, pp. 79-81</ref>