Programma atomico sovietico: differenze tra le versioni

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Ebbe quindi inizio la cosiddetta "Operazione Borodino" che fu il nome in codice assegnato al programma atomico sovietico dopo la costituzione del "Comitato statale per il problema N. 1"<ref>G. Valdevit, ''La guerra nucleare'', p. 224.</ref>; Stalin assegnò la direzione del programma a Lavrentij Berija che ebbe pieni poteri e l'autorizzazione ad utilizzare tutti i mezzi e le risorse ritenuti necessari per raggiungere l'obiettivo della super-bomba<ref name="AG51">A. Graziosi, ''L'URSS dal trionfo al degrado'', p. 51.</ref>; oltre a Berija, gli altri membri del comitato furono [[Georgij Maksimilianovič Malenkov|Georgij Malenkov]], il capo del [[Gosplan|GOSPLAN]] [[Nikolaj Alekseevič Voznesenskij]], e i due scienziati Kurčatov e Kapica<ref>G. Valdevit, ''La guerra nucleare'', pp. 224-225.</ref>. In un colloquio con Kurčatov, il dittatore affermò esplicitamente che il comitato poteva chiedere "tutto ciò che vi piace. Non vi verrà detto di no."<ref>G. Valdevit, ''La guerra nucleare'', p. 225.</ref>; Stalin fece anche pressioni su Voznesenskij affinché fornisse, con priorità su ogni altro programma economico statale, i mezzi richiesti per l'operazione Borodino<ref name="AG51"/>.
 
Berija divenne subito il capo supremo del programma atomico e diresse il lavoro con grande energia impiegando anche metodi e sistemi basati sull'intimidazione e le minacce, a lui consueti dai tempi della direzione del sistema concentrazionario-repressivo dello stato sovietico<ref name="AG51"/>. Egli impiegò per dirigere il programma e accelerare al massimo la ricerca e la produzione, uomini a lui fedeli provenienti dagli apparati della polizia segreta del [[MinisterstvoMinistero vnutrennichdegli delaffari interni dell'Unione Sovietica|MVD]]-[[Ministerstvo gosudarstvennoj bezopasnosti|MGB]] che ripresero i vecchi sistemi intimidatori, ed esercitò enorme pressione sui suoi collaboratori affinché ottenessero i risultati richiesti da Stalin; in alcune occasioni minacciò di trasformarli, in caso di insuccesso, in "polvere di lager"<ref>A. Graziosi, ''L'URSS dal trionfo al degrado'', pp. 51-52.</ref>. I suoi principali luogotenenti incaricati degli aspetti organizzativi dell'operazione Borodino, furono il capace Boris Vannikov, sottoposto ad arresti e torture nel 1941 e ritornato poco dopo alla direzione dell'industria degli armamenti, che assunse anche la guida del cosiddetto ministero per la "Costruzione di macchinari medi", che divenne da quel momento la denominazione ufficiale dell'industria nucleare sovietica, e [[Avraamij Pavlovič Zavenjagin]], uomo di grande preparazione e abilità, duro, determinato, ma in precedenza costruttore di alcune delle più grandi strutture del sistema [[GULAG]]<ref name="AG51"/>.
 
[[File:2003. Марка России 0819 hi.jpg|thumb|left|upright=1.2|Igor Kurčatov, direttore scientifico dell'operazione Borodino, ritratto in un francobollo russo del 2003.]]