Biondelli: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 13:
I '''Biondelli''' sono un'antica famiglia patrizia di [[Piacenza]] creata Nobile di [[Piacenza]] durante il periodo del dominio della famiglia [[Farnese]] sul [[Ducato di Parma e Piacenza]].
 
A seguito dell'[[Unità d'Italia]], tale titolo venne riconosciuto mediante provvedimento di giustizagiustizia dal [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] con conseguente iscrizione della famiglia tra i nobili del regno.
 
== Storia familiare ==
Riga 20:
Nel corso dei secoli i Curletti divennero una delle principali parentele (ossia un gruppo di famiglie discendenti da un medesimo capostipite e unite da un forte legame di rapporti sociali ed economici) presenti nei suddetti territori della [[Val d'Aveto]] e della confinante [[Val Nure]].
 
Diedero, infatti, il proprio nome all'omonimo Comune (oggi frazione del Comune di [[Ferriere (Italia)|Ferriere]]) posto sull'[[Appennino ligure]] dove, a partire almeno dalla prima metà del [[XIV secolo]], Ruffino e Opizio (Obizzo) Curletti erano già prorietariproprietari di terreni, mentre altri membri della famiglia ricevettero in assegnazione da parte dell'[[Abbazia di San Colombano]] a [[Bobbio]] la conduzione della terra ivi posseduta dalla stessa.
 
Titolari dell'investitura, in una zona confinante con proprietà terriere appartenenti alle nobili famiglie dei [[Nicelli]] (che in quel periodo era la principale famiglia della [[Val Nure]]), dei Balbi e dei [[Brugnatelli]] (signori di [[Corte Brugnatella|Brugnello]]) oltre che dei succitati Ruffino e Opizio Curletti, furono nel [[1332]] il presbitero Pagano assieme al fratello Guglielmo e al nipote Opicello.
Riga 38:
I Biondelli, come del resto anche gli altri Curletti, furono legati al potente casato dei [[Nicelli]] nella lunga faida che nella prima metà del [[XVI secolo]] li vide contrapposti alla famiglia dei [[Camia]] per il controllo della [[Val Nure]] e che si concluse per volontà di [[papa Paolo III]] il 22 giugno [[1540]] con il giuramento presso l'altar maggiore della chiesa di San Francesco a [[Piacenza]] in presenza del [[legato pontificio]], il [[cardinale]] [[Ennio Filonardi]], di un patto di riappacificazione tra le due fazioni tra i cui aderenti vi fu anche Matteo de Curletti delli Biondelli.
 
La successiva nascita del [[Ducato di Parma e Piacenza]], sancita dallo stesso [[papa Paolo III]] che nel [[1545]] separo'separò le due città con i rispettivi territori circostanti dallo [[Stato Pontificio]] cedendole a favore di suo figlio [[Pier Luigi Farnese|Pier Luigi]] (che fu il primo sovrano del [[Ducato (feudo)|ducato]]) e il conseguente rafforzamento del potere centrale del nuovo stato a discapito dei regimi e delle istituzioni tardo medievali, segnarono, tuttavia, l'inizio del declino sia del sistema delle parentele sia della [[Magnifica Università della Val Nure]].
Fu, presumibilmente, anche a seguito di tali eventi che, a partire almeno dalla seconda metà del [[XVI secolo]], alcuni membri della parentela dei Curletti si trasferirono dalla [[Val d'Aveto]] e dalla [[Val Nure]] a [[Piacenza]] che, in una fase iniziale, fu la capitlaecapitale del nuovo stato.
 
Tra questi vi era anche un ramo della famiglia Biondelli i cui membri divennero tra i principali esponenti del Collegio dei Mercanti di detta città dove raggiunse particolare prominenza sociale grazie alla gestione dei traffici commerciali con gli stati confinanti, all'esercizio di appalti pubblici, alla riscossione dei dazi e alla costituzione di un rilevante patrimonio terriero distribuito tra il territorio del [[Ducato di Parma e Piacenza]] e il [[Ducato di Milano]] dove i Biondelli divennero gli unici proprietari del [[comune]] di [[Regina Fittarezza]]<ref>[http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/6001222/ Storia del Comune di Regina Fittarezza dal secolo XVI al 1757]</ref>.
Riga 46:
Pur ormai stabilitosi a [[Piacenza]], questo ramo dei Biondelli mantenne, comunque, stretti rapporti con la [[Val Nure]] e la [[Val d'Aveto]], subentrando in parte nel ruolo che in passato era stato ricoperto in tali territori dalla famiglia [[Nicelli]].
 
Figura centrale in questo processo fu Giovanni Francesco Biondelli che nel [[1684]], durante il regno di [[Ranuccio II Farnese]], ricevette in appalto dalla Camera Ducale di [[Piacenza]] (l'organo a cui era affidata la gestione dei beni del [[Ducato di Parma e Piacenza|Ducato]] nel territorio piacentino) le regalie sui territori delle suddette valli (ossia i diritti regali del fisco di tipo feudale, originariamente appartenuti fin dal [[medioevo]] ai [[Nicelli]] e poi passattipassati in capo allo stato centrale).
 
Il successo delle attività economiche della famiglia e la crescente stima goduta presso la corte ducale fecero sì che il primo di gennaio del [[1697]] [[Francesco Farnese]] [[Ducato di Parma e Piacenza|duca di Parma, Piacenza e Guastalla]] e [[Gonfaloniere di Santa Romana Chiesa]] concedesse a Giovanni Battista Biondelli (figlio di Giovanni Francesco) una patente di famigliarità in cui lo indicava come persona di propria fiducia a fronte dei suddetti servizi resi alla Camera Ducale e in seguito, con proprio decreto del 2 novembre [[1702]] creasse il medesimo Giovanni Battista e suo fratello Gerolamo Nobili di [[Piacenza]].
Riga 72:
Con l'ingresso del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] nella [[Prima guerra mondiale]] Gerolamo (che aveva già partecipato alla fase finale della [[guerra italo-turca]]), [[Giuseppe Biondelli|Giuseppe]] e Luigi Biondelli (tre fratelli provenienti dai Biondelli di [[Pesaro]]) combatterono al fronte nei ranghi del [[Regio Esercito]], rispettivamente come [[sergente]] dei [[granatieri]], [[sottotenente]] di [[artiglieria da campagna]] e [[sottotenente]] di [[Artiglieria costiera|artiglieria da fortezza]].
 
In ragione della loro partecipazione al conflitto [[Giuseppe Biondelli|Giuseppe]] e Luigi Biondelli, ancora viventi nel [[1968]], vennero entrambi insigniti del titolo di [[Cavalieri di Vittorio Veneto]] che fu costituito in tale anno per commemorare i compabttenticombattenti della [[Prima guerra mondiale]].
 
A partire dal [[1940]], a seguito del matrimonio tra [[Giuseppe Biondelli]] (futuro [[Ambasciatore]] d'[[Italia]] e allora [[Agente consolare|Console Generale]] a [[Londra]]) con la nobile Clementina dei Conti [[Maggi (famiglia)|Maggi]] di [[Gradella]], il ramo di [[Pesaro]] inizierà gradualmente a spostarsi verso [[Brescia]], città natale di Clementina [[Maggi (famiglia)|Maggi]] di [[Gradella]] dove tutt'oggi questa parte della famiglia risiede.