Statuetta di Cheope: differenze tra le versioni

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== Importanza storica e artistica ==
[[File:Huni-StatueHead BrooklynMuseum.png|miniatura|258x258px|La "Testa reale di [[Brooklyn Museum|Brooklyn]]"]]
La statuetta è l'unico oggetto tridimensionale e sostanzialmente integro che raffiguri [[Cheope]], anche se è erroneo affermare, come spesso succede, che questa sia l'unica immagine conservatasi del faraone. Esistono, infatti, svariati frammenti d'[[alabastro]] di statuette del re in trono, rinvenuti da [[George Reisner]] a [[Giza]]. Rainer Stadelmann valuta che, originariamente, nel tempio mortuario di Cheope dovessero esistere all'incirca cinquanta statue del monarca, di cui forse venti o venticinque riutilizzate dal suo successore, [[DedefraDjedefra]]<ref>Rainer Stadelmann, ''Formale Kriterien zur Datierung der königlichen Plastik der 4. Dynastie'' in [[Nicolas Grimal]], ''Les critères de datation stylistiques à l´Ancien Empire''. Institut français d´archéologie orientale, Le Caire 1998, ISBN 2-7247-0206-9, p. 353.</ref>. Sulle basi delle sculture di Cheope fu inscritta la sua titolatura reale, che oggi sussiste solo in frammenti, sufficienti tuttavia per l'identificazione. Il nome completo Khnum-Khufu è sovente abbreviato in Khufu (grecizzato in ''Cheope''). Esiste, per esempio, un frammento di una statua del faraone in trono di cui resta la sillaba -''fu'' all'interno di un cartiglio, facilmente riconducibile al nome Khufu<ref name=":1" /><ref>Dagmar Stockfisch, ''Untersuchungen zum Totenkult des ägyptischen Königs im Alten Reich. Die Dekoration der königlichen Totenkultanlagen'' (= ''Antiquitates'', Band 25.). Kovač, Hamburg 1994, ISBN 3-8300-0857-0, pp. 19 & 93.</ref>.
 
Il frammento C2 della [[Pietra di Palermo]] registra la creazione di due colossi di Cheope in piedi, una in [[rame]] e un'altra in [[oro]] puro<ref name=":1" /><ref>[[Thomas Schneider (Egyptologist)|Thomas Schneider]]: ''Lexikon der Pharaonen''. Albatros, Düsseldorf 2002, ISBN 3-491-96053-3, S. 100–102.</ref>.