Acquaforte: differenze tra le versioni

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La [[lastra]] adoperarata dai moderni è di [[zinco]] (per le maggiori tirature è preferibile il [[rame]] degli antichi) che nello spessore necessario si trova già preparata e levigata in commercio. Ripulita meccanicamente e con carta smeriglio smussata nei bordi ed arrotondata agli spigoli, viene sgrassata nella parte lucida con un batuffolo di ovatta intriso in bianco di [[Spagna]] sfatto in [[acqua]].
 
Si procede, allora a ricoprirla uniformemente con una vernice apposta ([[cera]] vergine, [[asfalto]], [[Gomma (materiale)|gomma]], [[mastice]], ecc..) e ad affumicarla con un mazzo di piccole candele. Il lavoro artistico si esegue sulla superficie così preparata: prima vi si fa il calco del disegno (mediante carta decalcante chiara o con altri noti sistemi) poi si opera con una punta sottile per mettere a nudo il metallo nei segni che dovranno risultare neri. Si passa quindi all'immersione della [[lastra]] (dopo di averne ricoperta con [[vernice]] anche la faccia posteriore) nella bacinella contenente l'acido e si inizia, così, la morsura, la quale potrà essere anche fatta in varie riprese, con coperture successive di parti da incidere.
 
L'[[acido]] in tal modo inciderà solo le parti non più ricoperte della vernice. Quando si giudicherà terminata l'opera si laverà la lastra con benzina o acquaragia, la si asciugherà e la si terrà pronta per la stampa. Questa si farà allo speciale [[torchio]] calcografico e con delle carte poco collate e precedentemnte inumidite. L'inchiostratura sarà stata eseguita a mano con un [[tampone]] di pelle: l'inchiostro grasso verrà fatto ben penetrare entro i segni incavati, favorendo l'operazione con un leggero riscaldamento della lastra. Si viene così a realizzare una matrice che, previa pulitura, viene inchiostrata ed utilizzata per stampare più copie del disegno.