Okinoshima (isola): differenze tra le versioni

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Nel 2017 l'isola è stata inserita nella lista del [[Patrimonio dell'umanità]] dell'[[UNESCO]], come parte del patrimonio seriale dell'Isola di Okinoshima e i siti correlati nella regione di Munakata<ref>{{cita web|url=http://whc.unesco.org/en/news/1689/|lingua=en|titolo=Eight new sites inscribed on UNESCO’s World Heritage List|data=9 luglio 2017|accesso=9 luglio 2017}}</ref>. La candidatura era stata presentata nel 2009<ref>{{cita web |url=http://whc.unesco.org/en/tentativelists/5400/ |titolo=Okinoshima Island and Related Sites in Munakata Region |editore=[[UNESCO]] |accesso=14 luglio 2014}}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.okinoshima-heritage.jp/en/introductions/okinoshima |titolo=Okinoshima Island and Related Sites in Munakata Region |editore=World Heritage Promotion Committee of "Okinoshima Island and Related Sites in Munakata Region" |accesso=14 giugno 2012}}</ref>.
 
Gli uomini che approdano sull'isola devono spogliarsi e purificarsi nel mare. La situazione contradditoria è che la divinità cui è dedicato il tempio secentesco Okitsu è una donna, la dea degli abissi marini Tagorihime (nebbia marittima). Vengono officiate complesse cerimonie di preghiera al fine di proteggere i naviganti e garantire al Giappone positivi risultati nel settore diplomatico con gli altri Paesi asiatici.<ref>Morosi, pag. 3</ref>
 
I naviganti e i pescatori invocano con fervore anche le altre due dee, Tagitshuhime (marea violenta) e Icchikishimahime (atti di culto divini).<ref>Morosi, pag. 4</ref>
 
Gli unici visitatori sono ammessi, soltanto il 27 maggio, con l'esclusiva intenzione di pregare per le anime dei militari russo-giapponesi morti in guerra nel 1905 vicino all'isola. Non potranno assolutamente riferire quanto hanno visto e fatto nel tempio; vige, inoltre, il perentorio divieto di portare via oggetti locali. Le donne, assolutamente non pure, per gli shintoisti, a causa del loro ciclo mestruale non potranno mai vedere Okinoshima e non per la pericolosità del viaggio.<ref>Morosi, pag. 4</ref><ref>Kaner, paf. 26</ref>
 
== Note ==