Francesco d'Assisi: differenze tra le versioni

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Confronto con il catarismo: + Bibl. Cardini, San Francesco
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=== Confronto con il catarismo ===
Ben viva era all'epoca la vicenda dei [[catarismo|catari]], considerati eretici dalla chiesa cattolica, i quali predicavano un dualismo Bene/Male portato alle estreme conseguenze. Essi avevano avuto numerosi focolai nella vicina Toscana e si erano ridotti alla clandestinità dopo la sanguinosa [[crociata albigese]] del [[1209]]. Francesco avrebbe potuto essere scambiato per un cataro per la sua povertà e la predicazione ai ceti subalterni. Ma Francesco e i suoi seguaci si distinguevano in molteplici aspetti: innanzitutto essi non mettevano in dubbio la gerarchia della Chiesa. Francesco stesso infatti insisteva sulla necessità che si amassero e si rispettassero i sacerdoti. Portato una volta davanti a un prete che viveva notoriamente in peccato, forse affinché cadesse in contraddizione (se egli non lo avesse denunziato si sarebbe potuto dire che era suo complice, se egli lo avesse fatto si sarebbe detto che Francesco non rispettava la gerarchia), Francesco si limitò a baciare le mani di quel sacerdote, "che toccano il corpo di Gesù Cristo". Infine la differenza tra l'avversione al "mondo della Materia" (il creato) dei catari e l'amore per tutte le manifestazioni di vita di Francesco non poteva essere più stridente. Lo stesso ''[[Cantico delle creature]]'' può essere letto come un perfetto trattato di teologia anti-catara<ref>[[Franco Cardini]] e Marina Montesano, ''Storia medievale'', Firenze, [[Le Monnier]] Università, 2006. ISBN 88-00-20474-0 pag. 277</ref>, nonostante sia difficile da dimostrare quanto Francesco, sospettoso della sapienza dei libri, possa aver conosciuto la dottrina catara<ref>Franco Cardini. ''Francesco d'Assisi''. Mondadori, 1989.</ref>. Comunque, il valore da attribuire alla preposizione "per" sarebbe quello di "complemento d'agente" (''Laudato sii mi' Signore per (da) tutte le creature''). Comunque il suo amore per la natura e gli animali (come la leggendaria predica agli uccelli in località Piandarca sulla strada che da [[Cannara]] si dirige a [[Bevagna]]) erano superati solo dall'amore verso gli esseri umani: la pace interiore per Francesco non era una semplice serenità, che implicava capacità di amore e di perdono, ma una naturale gioia di vivere:
{{citazione|La sua carità si estendeva, con cuore di fratello, non solo agli uomini provati dal bisogno, ma anche agli animali senza favella, ai rettili, agli uccelli, a tutte le creature sensibili e insensibili. Aveva però una tenerezza particolare per gli agnelli, perché nella Scrittura [[Gesù Cristo]] è paragonato, spesso e a ragione, per la sua umiltà al mansueto agnello. Per lo stesso motivo, il suo amore e la sua simpatia si volgevano in modo particolare a tutte quelle cose che potevano meglio raffigurare o riflettere l'immagine di Dio|[[Tommaso da Celano]], ''Vita prima'' 77, in ''FF'' 455<ref>Citato in Natalino Valentini, ''Cristianesimo e bellezza'', Paoline, 2002, [http://books.google.it/books?id=-T_xItRyxpIC&pg=PA37 p. 37]. ISBN 88-315-2373-2</ref>}}