Assedio di Wiener Neustadt: differenze tra le versioni

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==Premessa==
[[File:311St.Georgs Ritterorden Einsetzung durch Papst Paul II.jpg|left|thumb|170px|Il 1 gennaio 1469 alla presenza dell'imperatore Federico III, papa Paolo II concesse a Johann Siebenhirter il titolo di primo Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri di San Giorgio nella Basilica del Laterano a Roma]]
La città venne allertata diverse volte durante le guerre austro-ungheresi. La prima volta fu nel 1477 quando il gran maestro [[Johann Siebenhirter]] dell'[[Ordine di San Giorgio di Carinzia]] da poco fondato (1469) occupò la città per difenderla dalla minaccia proveniente da oriente. Originariamente dedicato alla difesa della cristianità dagli ottomani, l'Ordine si trovò senza volerlo coinvolto nelle lotte tra [[Mattia Corvino]], re d'Ungheria, e l'imperatore [[Federico III]], dove quest'ultimo era inoltre il cavaliere fondatore dell'Ordine stesso. Siebenhirter spostò il quartier generale dell'Ordine da [[Millstatt]] a Wiener Neustadt. Nel maggio del 1478 comandò i braccianti dei [[Trattato di pace di Wiener Neustadt|villaggi mutuati all'Ungheria]] come [[Kismarton]] e [[Fraknó]] – dei quali egli era inoltre capitano - a prendere parte ai lavori di fortificazione della città. Dopo l'[[Assedio di Vienna (1485)|assedio di Vienna]] egli si recò in visita a Mattia Corvino per negoziare lo status di Wiener Neustadt. Venne conclusa una tregua con uno scambio di prigionieri di guerra. Il trattato avrebbe ad ogni mantenuto l'Ordine immune dalla guerra austro-ungherese. Questa situazione si presentò da subito fortemente contraddittoria dal momento che Siebenhirter continuava comunque a ricoprire il suo incarico a Wiener Neustadt. Siebenhirter dichiarò inoltre che i cavalieri a [[Raach am Hochgebirge|Wartenstein]] avrebbero rifiutato ogni richiesta di supporto proveniente dall'imperatore. Egli avrebbe comunque potuto continuare a gestire l'Ordine ed i suoi possedimenti anche sotto il governo di Mattia.<ref name="Dezsényi" />
 
==L'assedio==
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Dopo il suo arrivo Mattia realizzò gli errori fatti dai suoi capitani. Egli notò che l'accerchiamento della città non era sufficientemente stretto e per questo fece realizzare ulteriori torri di guardia nel territorio, introducendo inoltre la turnazione dei soldati così che le varie compagnie potessero combattere con soldati sempre freschi. L'[[Armata Neranera]] ottenne l'ordine di attaccare i sobborghi di Vienna; attraversarono il fossato, appiccarono fuoco ai sobborghi e ne fecero fuggire gli abitanti. Il ponte levatoio crollò, fatto che fece cadere molte persone nel fossato dove annegarono, altre vennero uccise dagli ungheresi che avanzavano verso i cancelli della città. Il giorno successivo i cittadini stessi si ritirarono verso la ''Ungarthore''. Mattia raggiunse il fosato di fronte alla ''Wienerthore'' (letteralmente "Porta viennese") e si spostò coi propri cannoni pesanti, tra cui figuravano sei cannoni enormi catturati agli ottomani, portando macchine d'assedio sul posto di modo da riempire le trincee e consentire la costruzione di ponti mobili. Egli ordinò inoltre di continuare a colpire le fortificazioni.<ref name="Fessler">{{Cita libro|autore= Ignaz Aurelius Fessler
|wkautore= Ignaz Aurelius Fessler
|titolo= Geschichte von Ungarn
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|accesso=4 luglio 2011
|editore= Bayerischen Staatsbibliothek
|città= [[Monaco di Baviera]], Germania
|lingua= Tedesco
|collana= Deutsche Biographie