Critica della ragion pratica: differenze tra le versioni

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Nella "Critica della ragion pratica" Kant fornisce una sola formula dell'imperativo categorico, che è definita fondamentale.
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==La prima formulazione dell'imperativo categorico==
 
La prima formulazioneformula<ref>''Fondazione della metafisica dei costumi'', BA 52 [https://korpora.zim.uni-duisburg-essen.de/kant/aa04/421.html "Akademie Augabe"] IV, p. 421, 7-8.</ref> fondamentale dell'imperativo categorico prescrive:
{{Citazione|Agisci in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere come principio di una legislazione universale.}}
In questo imperativo, che comunementenella "Fondazione della metafisica dei costumi" viene anche espresso anche nella forma formulazione''«Agisci in modo che tu possa volere che la massima delle tue azioni divenga universale.»''<ref>[http://www.iisf.it/scuola/kant/pratica.htm Istituto Italiano per gli studi filosofici]</ref> il termine "massima" vuole significare che il principio ''soggettivo'' specifico, la regola estraibile dal mio agire morale, possa assumere un valore oggettivo valido per tutti, divenire cioè una legge universale. «Di qui il criterio secondo cui occorre sempre soltanto domandarsi se la propria massima possa valere allo stesso modo di una legge di natura.» <ref>''Enciclopedia Garzanti di Filosofia'' (1987) p.477</ref> La massima è quindi in questo senso soggettiva e intersoggettiva ed il comportamento del soggetto è morale solo se la sua massima appare universalizzabile. Per esempio colui che mente compie un atto estremamente immorale, poiché se fosse universalizzata i rapporti umani sarebbero infine impossibili.
 
{{Approfondimento