Jigai: differenze tra le versioni

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{{F|storia del Giappone|ottobre 2008}}
[[File:Femme-47-ronin-seppuku-p1000701.jpg|thumb|La moglie di Onodera Junai, uno dei [[quarantasette Ronin]], si prepara per il suo suicidio]]
{{nihongo|'''Jigai'''|自害}} era un tradizionale metodo di [[suicidio rituale]] praticato dalle [[donna|donne]] in [[Giappone]] per mezzo del taglio dell'[[arteria carotide]] e della [[vena giugulare]], con un [[coltello]] [[tantō]] (una lama di 15-30 cm) o kaiken (di 15 cm). Spesso veniva nascosto prima dell'atto sotto la cintura (chiamata [[Obi_Obi (cintura)|obi]]) del [[kimono]].<ref>Joshua S. Mostow ''Iron Butterfly Cio-Cio-San and Japanese Imperialism'' dans ''A Vision of the Orient: Texts, Intertexts, And Contexts of Madame Butterfly'' J. L. Wisenthal 2006 -page 190 "Lafcadio Hearn, in his Japan: An Interpretation of 1904, wrote of 'The Religion of Loyalty': In the early ages it appears to have been ... jigai [lit., 'self-harm,' but taken by Hearn to mean the female equivalent of seppuku], byway of protest against ..."</ref>
 
Il jigai è l'equivalente femminile del [[seppuku]] (più noto come ''harakiri''), il suicidio rituale praticato dai guerrieri [[samurai]], conseguito tramite un profondo taglio dell'addome. A differenza del seppuku, si può compiere jigai senza assistenza (nel seppuku veniva individuato un [[kaishakunin]] che tagliava, durante il rituale, una parte del collo al suicida) e per questo motivo si può notare un minimo sfiguramento del volto dopo la morte.