Istituto di immunologia di Basilea: differenze tra le versioni

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L'istituto è stato basato su circa 10-15 scienziati permanenti, 30 temporanei e oltre 50 tecnici e amministrativi. I ricercatori sono stati organizzati in piccoli gruppi, da tre a cinque elementi, che interagivano tra di loro. Gran parte del personale aveva contratti rinnovabili dai 2 ai 5 anni. Pochissimi ricercatori avevano   l'assunzione a tempo indeterminato. L'edificio era costruito su due piani, dove apposite scale a chiocciola facilitavano l'interazione tra i vari gruppi. Il centro, anche architettonico, dell'attività era la caffetteria. Gli scienziati, dai giovani appena usciti dal dottorato ai professori anziani godevano di una completa libertà di ricerca, senza le pressioni dovute alla necessità di trovare finanziamenti individuali, scrivere continui progetti di ricerca e ottemperare ai desideri dei finanziatori. La struttura amministrativa dell'istituto era ridotta al minimo. La vita dell'Istituto era ravvivata da continue visite da parte di scienziati da tutto il mondo, per periodi da un giorno ad alcuni mesi.
 
La fondazione dell'Istituto di immunologia di Basilea corrispose a una convergenza di una massa critica di ricercatori da varie parti del mondo a Basilea, in cui tre nuove strutture miravano a studiare e sfruttare le nuove tecnologie  relative alla biologia molecolare, alla clonazione genetica e allo sviluppo di di modelli basati sui topi. Oltre al Basel Institute for Immunology, venivano nello stesso periodo creati l'istituto Friedrich Miescher, sponsorizzato dalla Ciba-Gaigy, ora [[Novartis]] e il Biozentrum promosso dall'[[Università di Basilea]]. E' stato stimato che, negli anni Settanta del Novecento, nell'istituto venissero parlate diciassette lingue, unite dall'inglese, la lingua comune della scienza. In quel periodo erano frequenti, nei [[pub]] di Basilea, gli incontri sociali tra il personale internazionale dei tre istituti, che generavano anche accanite discussioni sugli stili di vita, l'arte e vari aspetti della scienza.
 
Il BII era conosciuto come un luogo di addestramento al ragionamento indipendente, utile allo sviluppo della propria carriera, piuttosto che essere il luogo di un'intera vita lavorativa. Nel corso della sua esistenza trentennale, l'istituto ha mantenuto un gruppo centrale di circa cinquanta ricercatori, con una età media di 35 anni. Circa 500 scienziati hanno lavorato all'istituto, costituendo una significativa parte della ricerca in campo immunologico. Gli scienziati dell'istituto hanno ricevuto 27 premi internazionali in immunologia, che comprendono tre premi Nobel a [[Niels Kaj Jerne|Niels K. Jerne]], [[Georges Köhler]] e [[Susumu Tonegawa]].