Anthony Muroni: differenze tra le versioni

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Inizia a collaborare con le pagine sportive del quotidiano [[La Nuova Sardegna]] all'età di 18 anni. Nel 1993 inizia a occuparsi di cronaca per lo stesso giornale, diventando corrispondente dal [[Montiferru]]. Dal 1997, per tre anni, coordina la redazione giornalistica di Radio Planargia, emittente della [[diocesi di Alghero-Bosa]]. Nel gennaio 2000 viene assunto dal quotidiano [[L'Unione Sarda]] e assegnato alla redazione di [[Oristano]], dove si occupa di cronaca nera a giudiziaria, oltre che del coordinamento della pagina del [[Marghine]]-[[Planargia]]. Nel 2003 è trasferito alla redazione di [[Macomer]], dove resta sino alla chiusura, nel 2006. Dal 2006, per tre anni, si trasferisce nella redazione di [[Nuoro]] del quotidiano cagliaritano, dove si occupa di cronaca nera e sindacale. Nel dicembre 2008 è trasferito nella redazione centrale di [[Cagliari]], dove si occupa di politica comunale nel capoluogo. Dall'aprile 2011 è alla guida del reparto Politica e, contemporaneamente, assume la conduzione della trasmissione televisiva "Dentro la notizia", in onda su [[Videolina]].
L'8 giugno 2013 diventa direttore del quotidiano L'Unione Sarda, carica da cui si dimette il 9 settembre 2016. Contestualmente lascia anche le direzioni di Radiolina e Unionesarda.it, che aveva rispettivamente assunto il 1º gennaio 2014 e il 2 marzo 2015.
A gennaio del 2016 è stato condannato per diffamazione. A portare in tribunale Muroni è Claudia Lombardo, ex presidente del Consiglio regionale in carica quando il 27 luglio 2011 L’Unione Sarda pubblicò l’articolo scritto da Muroni (che all’epoca non era direttore. Nel pezzo si dava notizia di un’indagine aperta contro la famiglia dall’allora presidente relativamente al parco eolico Enel a Portoscuso, nel Sulcis. Nel pezzo si parlava di “maggiori oneri”, per un importo di 400mila euro, che i Fenu, indicati da Muroni come il ramo materno della famiglia Lombardo, avrebbero dovuto ricevere per la cessione del diritto di superficie su alcuni terreni. In particolare, si faceva riferimento a Giuseppe e Maria Luisa, citati nell’articolo come lo zio e la madre dell’allora presidente del Consiglio.
La circostanza si è poi rivelata falsa: i Fenu oggetto di quel procedimento giudiziario non erano parenti della Lombardo che, quello stesso 27 aprile 2011, per smentire il contenuto dell’articolo mandò in redazione una richiesta di rettifica. L’Unione Sarda, però, pubblicò solo poche righe della lettera. Da ciò la decisione della Lombardo di presentare querela per diffamazione. Poi il rinvio a giudizio di Muroni e Figus e infine la condanna. (FONTE: sardiniapost)
 
==Opere==