Michael Laudrup: differenze tra le versioni

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Tuttavia per questioni regolamentari della [[Serie A]] del tempo, avendo già in organico gli stranieri [[Michel Platini|Platini]] e [[Zbigniew Boniek|Boniek]],<ref>Il regolamento [[FIGC]] vigente all'epoca non permetteva di tesserare più di due giocatori provenienti da federazione estera: la norma era stata cambiata nella stagione 1982-1983. Il vecchio limite, dopo la riapertura ai calciatori esteri reintrodotta nel 1980, era di un solo giocatore proveniente da federazione estera.</ref> la società piemontese girò Laudrup in prestito biennale alla {{Calcio Lazio|N}},<ref name="Bedeschi"/> anche per farlo ambientare ai ritmi del campionato italiano. La stagione [[Serie A 1983-1984|1983-1984]] si concluse con la salvezza della squadra romana all'ultima giornata, mentre il [[Serie A 1984-1985|campionato successivo]], se pur non negativo dal punto di vista personale per il danese, vide la retrocessione in [[Serie B]] dei biancocelesti. Varie divergenze con gli allenatori avuti a Roma, gli insuccessi raggiunti in campionato e il difficile inserimento nell'ambiente della [[Roma|Capitale]], di fatto lo spinsero dopo due anni al ritorno in pianta stabile alla Juventus,<ref name="Bedeschi"/><ref name="Cristina"/><ref name="BBC"/> nel frattempo divenuta in grado di tesserarlo stante il trasferimento di Boniek alla {{Calcio Roma|N}}.
 
Attirandosi il nomignolo di ''Michelino'',<ref name="Cristina"/> a [[Torino]] divenne subito titolare fisso, emergendo negli anni seguenti come giocatore-emblema del club bianconero nella seconda metà degli anni 1980,<ref name="Cristina"/><ref name="BBC"/> seppur l'unica stagione di successo sotto la [[Mole Antonelliana|Mole]] rimase quella d'esordio, 1985-1986, in cui conquistò il [[Serie A 1985-1986|campionato italiano]] e la [[Coppa Intercontinentale 1985|Coppa Intercontinentale]]: proprio in quest'ultima competizione, vinta 4-2 ai [[tiri di rigore]] nella sfida di [[Tokyo]] contro l'{{Calcio Argentinos Juniors|N}}, a poco meno di 10' dalla fine e coi torinesi in svantaggio, Laudrup indovinò da posizione molto defilata il tiro che diede ai bianconeri il 2-2, e permise loro di arrivare al vittoriodovittorioso epilogo dal dischetto al termine del quale divennero per la prima volta campioni del mondo.<ref name="Cristina"/>
 
Sempre nel 1985 Laudrup fu insignito per la seconda volta del titolo di calciatore danese dell'anno. {{citazione necessaria|Negli anni successivi accusò una serie di infortuni che non gli permisero di rendere al meglio e con costanza,}} sicché nel 1989, complice anche una Juventus alle prese con il difficile rinnovamento dopo la fine dell'era di [[Michel Platini]], a fine contratto il giocatore lasciò l'Italia per gli spagnoli del {{Calcio Barcellona|N}}.