Cristo morto e due angeli: differenze tra le versioni
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'''''Cristo morto e due angeli''''' (''Le Christ mort et les anges'') è un dipinto a olio su tela (179×150 cm) del pittore francese [[Édouard Manet]], realizzato nel 1864 e conservato alla [[Metropolitan Museum of Art]] di [[New York]].
== Descrizione ==
In questa tela Manet sceglie di raffigurare Cristo morto, con la ferita della Passione ben visibile, mollemente adagiato su un sudario color bianco sporco e affettuosamente sorretto da un angelo. L'opera, portata a termine nel 1864, fu esposta al Salon dello stesso anno e suscitò critiche asprissime. Ad avvelenare gli animi erano soprattutto le infelici scelte cromatiche del dipinto, con il rosa ombrato dell'incarnato di Cristo che molti fraintesero per lercia sporcizia, e soprattutto con la resa del Cristo esanime, che Manet raffigurò come un mero cadavere, superando l'aspetto sacro della morte del Salvatore e sfociando in un realismo concreto, tangibile, che molti fraintesero per un atto dissacrante, se non persino blasfemo.<ref name=a/>
La portata dello scandalo fu tale che la tela di Manet fu subito correlata alla ''Vita di Gesù'' di [[Ernest Renan]], scritto nel quale gli eventi soprannaturali narrati nei Vangeli vengono interpretati come fatti pienamente spiegabili scientificamente. Furono in molti, inoltre, a vedere nel ''Cristo morto'' manetiano una risposta indiretta alle tesi promosse dal realista [[Gustave Courbet]], che fu per Manet un artista non beatamente venerato, ma amato e contestato: Courbet, infatti, sosteneva che la pittura fosse un'arte concreta, e che perciò deve essere applicata alle cose reali, esistenti. Un partigiano del realismo come Courbet, pertanto, non poteva che contrastare fortemente l'astrazione, e per questo motivo inondò il ''Cristo morto e due angeli'' di scherno, criticandone soprattutto gli angeli, dalle ali blu e dalle sembianze umane. Appare tuttavia improbabile che Manet abbia deciso di eseguire la tela per controbattere alle teorie di Courbet, e oggi i critici concordano nel vedervi una libera interpretazione, se non un esplicito omaggio, ai brani pittorici di [[Tintoretto]], [[Veronese]] e [[Mantegna]].<ref name=a>{{cita libro|titolo=Manet|collana=I Classici dell'Arte|editore=Rizzoli|anno=2003|volume=12|autore=Marco Abate, Giovanna Rocchi|città=Firenze|p=82}}</ref>
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