Laguna di Marano: differenze tra le versioni
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La presenza di una laguna (salata) non esclude tuttavia altre etimologie di origine prelatina, attraverso le radici ''mara'' e ''maru'' che indicano espressamente luoghi stagnanti di acque salmastre<ref>Carlo Battisti, ''Sostrati e parastrati nell'Italia preistorica'', Firenze, 1959 (p. 273), ''mar(ra)'' = prato umido, con rimando alla nota 1 al «...sardo mara, palude che il Terracini e il Wagner rivendicano allo strato preindoeuropeo...». In precedenza (p. 7 dello stesso testo), il Battisti chiama in causa Hubschmid per il suo Sardische Studien rilevando il «mara = palude e arroia acquitrinio». Infine (p. 381 dell'opera menzionata) parlando della Corsica, scrive che «...in Marana volendo si potrà risalire alla nota base mediterranea, donde - sempre in Corsica - con formanti più caratteristiche (Ndr ci sono i toponimi) Maraco e Marinasca; ma mara continua nel dialetto come appellativo per indicare un deviamento per innaffiare gli orti...». G. B. Pellegrini (in ''Toponomastica Italiana'', Hoepli, 1990), nei toponimi delle lingue di sostrato, cita (p. 52) i toponimi ''Maracalagònis'' e ''Mara Arborei'': «...nel Campidano - derivano da mara (campid.)» con valore di "palude" e "acquitrinio". Nel libro L'Insegnamento della Geografia (AA. VV., Unesco - Armando, Roma, 1979) la voce Marese richiama (p. 219) il francese ''marais'', i tedeschi moor e marsh, l'inglese ''moos'' ecc. specificando: «...acquitrinio, stagno di maremma...» con rimando a Maremma; in cui viene specificato: «Maremma da Marittima, ovvero, campagna bassa e paludosa, prossima al mare» con richiami anche a ''Llanos, campo, catingas''. Battista Minghelli (in ''Le parole dell'Alto Frignano'', Sant'Andrea Pelago, 1990) affronta l'oronimo Monte Maramagna (p. 133-135): concludendo «...non ripeto qui quanto ho detto alla voce Gor de mar, sulla vasta diffusione in tutta Europa della base mara calcata sulla voce accadica maru (palude salmastra)...». Stesse ipotesi si possono proporre per alcuni degli altri Marano esistenti e anche per Maranello</ref>.
==Geografia
===Caratteristiche fisiche e morfologiche===
È formata da tre bacini, quello di ''Lignano'' (51,06 km²), di ''S. Andrea'' (22,21 km²) e di ''Buso'' (20 km² circa, per metà appartenente alla laguna di Grado). A tali bacini corrispondono altrettante bocche lagunari (o ''porti''), conosciute con lo stesso nome, che li uniscono al mare. La laguna è alimentata da tre corsi d'acqua principali, lo [[Stella (fiume)|Stella]], il [[Corno (fiume Friuli-Venezia Giulia)|Corno]], e l'[[Ausa (fiume)|Ausa]] e da altri secondari, fra cui lo ''Zellina'' e il ''Cormor''.
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==Ambiente==
===Flora e fauna===
La flora presenta una vegetazione sia salmastra, frequente nelle [[velma|velme]] ([[Juncus|giunchi]] ma anche [[piante alofite]]), che semi-salmastra, presente nelle [[Barena|barene]] ([[Limonium|limonio]] ma anche giunchi). Piuttosto estesi, nelle zone sabbiose, sono i popolamenti di [[Agropyrum junceum|agropiro giunchiforme]] e di specie ammofile (fra cui l'[[ammophila arenaria|ammofila arenaria]]). È presente anche una pianta ormai quasi estinta in altre zone d'Italia e d'Europa, l'[[trachomitum venetum|apocinio veneto]]; diffuso nelle zone di terraferma è, invece, il [[pino marittimo]].
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La laguna di Marano rappresenta la prima grande zona marittima o pre-marittima per gli uccelli migratori provenienti dall'[[Europa centrale]] e settentrionale. È pertanto popolata da un gran numero di volatili appartenenti alle specie più diverse, da quelle più comuni ([[Oca (zoologia)|oche]], [[Gabbiano|gabbiani]], [[Streptopelia turtur|tortore]], [[barbagianni]], [[Athene noctua|civette]], [[Colombaccio|colombacci]], [[Cuculo|cuculi]], [[Gazza|gazze]], [[Turdidae|tordi]], [[Cygnus (zoologia)|cigni reali]], [[Airone|aironi]]) alle più rare ([[Falco|falchi di palude]] e [[Sterna|sterne]] in particolare). Grazie alla propria ricchezza [[Ornitologia|ornitologica]] la laguna è stata dichiarata, nel [[1979]], zona protetta di valore internazionale.
===Riserve naturali===
La Regione Autonoma [[Friuli-Venezia Giulia]], attraverso la legge regionale nr. 42/96, ha istituito due [[Riserva naturale|riserve naturali]] nella laguna di Marano. La prima è quella delle Foci del fiume Stella e comprende l'intero delta del corso d'acqua omonimo, mentre l'altra è costituita dalla Valle Canal Novo ed include una valle di pesca di circa trentacinque ettari con alcuni terreni circostanti. Quest'ultima è protetta dalle maree da alcuni argini appositamente creati a tale proposito. La gestione di entrambe le riserve è stata affidata al Comune di [[Marano Lagunare]].
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