Piazza Savoia: differenze tra le versioni

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|cap = 10122
|tipo = piazza
|lunghezza = 60 m
|superficie = 3600 m2
|pavimentazione =
|intitolazione = [[Savoia (regione storica)|La regione storica della Savoia]]
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|coordinate regione =
}}
'''Piazza Savoia''' è una delle piazzette situate nella parte occidentale del [[centro storico di Torino|centro storico]] di [[Torino]], nella zona nota come [[Quadrilatero Romano]].<br/>
 
Sita tra Via Corte d'Appello e Via della Consolata, rappresenta uno degli scorci più curiosi della città, per via dell'obelisco che troneggia al suo centro. E' titolata alla regione francese della [[Savoia (regione storica)|Savoia]], sebbene comunemente si pensi sia dedicata alla omonima [[Casa Savoia|Casa Reale]]. Separa, sull'asse est-ovest, via Corte d'Appello da via del Carmine.
==Storia==
Fu progettata nel [[1713]] da [[Michelangelo Garove]], sui resti di quella cheAnticamente fu la porta occidentale (per molti storici la "Decumana") al fondo del [[decumano]] maximo (attuale [[Via Garibaldi (Torino)|via Garibaldi]]), che portava direttamente alla [[via delle Gallie]]), appartenente alla dell'anticaprimitiva [[castrum romano|cinta romana]] di [[Torino]] ([[III secolo]]).
{{vedi anche|Storia di Torino|Quadrilatero Romano|}}
===Piazza Segusina===
 
Nel [[VII secolo circa]], lal'antica porta romana prese poi il nome di ''Secusina'', ''Segusina'' o ''Susina'', poiché da lì si usciva verso la via per [[Susa (Italia)|Susa]] e la [[Val di Susa]]. Intorno al [[X secolo]], la Porta Segusina ospitò un piccolo castello-fortificazione per i nobili [[arduinici]]<ref>http://giuseppeallamano.consolata.org/index.php/in-relazione-con/allamano-e-consolata/1614-la-chiesa-di-s-andrea-di-torino-ora-santuario-della-consolata</ref>, di cui la più famosa fu la contessa [[Adelaide di Susa]], ma, ormai in disuso, il conte [[Pietro II di Savoia]] la fece abbattere intorno al [[1250]], per riedificarne nuova. Lungo il [[XII secolo|XII]]-[[XIII secolo]], fu quindi utilizzata come frequente passaggio della diramazione meridionale della [[Via Francigena]], il percorso dei pellegrini cristiani europei diretti a [[Roma]] e passanti per il [[Colle del Moncenisio|valico del Moncenisio]], in questo caso attraverso le strade ''Rippolarum'' e ''Collegii'', [[Rivoli]] e [[Collegno]], entrambi località situate a ovest di [[Torino]].<br/>
===Alto e basso medioevo===
Nel [[VII secolo circa]], la porta romana prese il nome di ''Secusina'', ''Segusina'' o ''Susina'', poiché da lì si usciva verso la via per [[Susa (Italia)|Susa]] e la [[Val di Susa]]. Intorno al [[X secolo]], la Porta Segusina ospitò un piccolo castello-fortificazione per i nobili [[arduinici]]<ref>http://giuseppeallamano.consolata.org/index.php/in-relazione-con/allamano-e-consolata/1614-la-chiesa-di-s-andrea-di-torino-ora-santuario-della-consolata</ref>, di cui la più famosa fu la contessa [[Adelaide di Susa]], ma, ormai in disuso, il conte [[Pietro II di Savoia]] la fece abbattere intorno al [[1250]], per riedificarne nuova. Lungo il [[XII secolo|XII]]-[[XIII secolo]], fu quindi utilizzata come frequente passaggio della diramazione meridionale della [[Via Francigena]], il percorso dei pellegrini cristiani europei diretti a [[Roma]] e passanti per il [[Colle del Moncenisio|valico del Moncenisio]], in questo caso attraverso le strade ''Rippolarum'' e ''Collegii'', [[Rivoli]] e [[Collegno]], entrambi località situate a ovest di [[Torino]].<br/>
In previsione dei nuovi ampliamenti della città (che avverranno però solo nel [[1620]]), la fortificazione della Porta Segusina fu definitivamente abbattuta nel [[1585]], per dare vita alla semplice Piazzetta Segusina (o Susina).
 
Nel [[1713]], con il terzo ampliamento della città di [[Torino]], [[Michelangelo Garove]] disegnò la pianta quadrata di quella che diventerà l'attuale piazzetta. La piazzetta doveva essere circondata da palazzi signorili, e i più importanti, ad oggi, rimangono:
 
* a nord un'ala del Palazzo Martini di Cigala, elegante edificio attribuito al celebre architetto Filippo Juvarra|Juvarra]] (il quale prese in mano il progetto del Garove, nel frattempo deceduto) e lo fece erigere nel [[1716]] per conto del presidente del Senato Carlo Francesco Martini Cortesia, Conte di Cigala.
Nel* a sud un'ala del [[1718]],Palazzo conSaluzzo ildi terzoPaesana|Palazzo ampliamentoBaldassarre della cittàSaluzzo di [[TorinoPaesana]], il committente senatore del [[Regno di Sardegna|Regno]] Baldassarreche Saluzzo di Paesanalo fece erigere, dall'architetto Giacomo Plantery, l'omonimonel [[Palazzo Saluzzo di Paesana|Palazzo1717]], lungo via della Consolata, partendo dalla Piazzetta Segusina fino a via Dora Grossa (attuale (attuale [[Via Garibaldi (Torino)|via Garibaldi]]), in direzione dei Giardini della [[Cittadella di Torino|Cittadella militare]] (oggi attuale Piazza Arbarello). Il palazzo, oltre che a dare uno stile elegante e signorile all'isolato, fu dotato di misteriosi cunicoli sotterranei e passaggi segreti, in collegamento con le altre corti e chiese.
 
===Il nome francese===
Quando nel [[1796]] lo stato sabaudo vacillò, e il re [[Carlo Emanuele IV di Savoia]] venne costretto all'esilio (8 dicembre [[1798]]), i francesi giunsero in città e, tra i primi provvedimenti, vi fu anche quello di mutare i nomi delle strade e delle piazze; Piazza Susina non fece eccezione e, negli anni dell'occupazione prima giacobina e poi napoleonica, si chiamò ''Place de France''.<ref>{{cita libro|Alberto|Viriglio|Torino Napoleonica|editore=Viglongo|città=Torino|anno=1905|p=22|isbn=no}}</ref>
Restaurata la monarchia e cancellata la denominazione imposta dai francesifrancese, la piazza mutò nome in ''Piazza Paesana'', per la vicinanza col [[Palazzo Saluzzo di Paesana]]. Nel,almeno fino al [[1860]] infine,quando prese il nome attuale.<ref>{{cita libro|Giuseppe|Torricella|Torino e le sue vie|città=Torino|anno=1868|p=247|isbn=no}}</ref>. In questo periodo, la piazzetta fu adibita altresì ad area mercatale, col nome di ''mercà dij patè'' (=mercato dei rigattieri).
 
===Il Monumento alle leggi Siccardi===
[[File:Monumento alla legge Siccardi.jpg|thumb|Antica fotografia del monumento di Piazza Savoia]]
La piazzapiazzetta è celebre oggi per l'imponente obelisco in granito di [[Baveno]], alto 21 metri, che vi venne eretto nel [[1853]], a ricordo delle [[leggi Siccardi]] del [[1850]]. L'idea di erigere un nomumento celebrativo per le discusse leggi del ministro di giustizia e senatore conte [[Giuseppe Siccardi]] (che abolivano il foro ecclesiastico) fu già del [[1851]], su iniziativa della torinese ''Gazzetta del Popolo''. L'obelisco venne progettato dal pittore e scultore [[Luigi Quarenghi]], ede i sostenitori del progetto (tra cui il direttore della Gazzetta del Popolo, [[Giovanni Battista Bottero]]) proposero di sistemarlo in [[Piazza Carignano]].<br />Non senza aspre discussioni con ilcol clero torinese, nella persona dell'arcivescovo [[Luigi Fransoni]], il 4[[23 marzonovembre]] [[1853]] venne inaugurato il monumento invenne Piazzaqui Paesanainaugurato, come ricorda una delle frasi incise sull'obelisco:
{{citazione|Abolito da Legge IX Aprile MDCCCL il Foro ecclesiastico, popolo e municipio posero IV Marzo MDCCCLIII|Epigrafe sul monumento}}
SignificativamenteIl monumento contiene inoltre i nomi degli 800 comuni che sostennero entusiasti l'opera, scolpiti su tutti i lati. Col significato della [[laicità]] legislativa, esso fu volutamente collocato in una piazza prossima al [[Santuario della Consolata]], sede della principale devozione cittadina, ed a [[Palazzo Barolo]], dove risiedeva la cattolica [[Giulia Falletti di Barolo]]. Durante la [[seconda guerra mondiale]], i combattimenti per le strade cittadine rischiarono di abbattere l'obelisco: combattenti appostati in corso Siccardi, in direzione di [[via Cernaia]], spararono alcuni colpi di mortaio in direzione di piazza Savoia, danneggiando il monumento e facendolo vacillare; rimasto in piedi, esso venne restaurato a guerra terminata.<ref>{{cita libro|Renzo|Rossotti|Le Strade di Torino|editore=Newton Compton Editori|anno=1995|città=Roma|p=580}}</ref><br />Un secondo restauro, nel [[1993]], ne ripulì la superficie e l'ampia gradinata.
 
Significativamente esso fu collocato in una piazza prossima al Santuario della Consolata, sede della principale devozione cittadina, ed a Palazzo Barolo, dove risiedeva la cattolica [[Giulia Falletti di Barolo]]. Durante la [[seconda guerra mondiale]], i combattimenti per le strade cittadine rischiarono di abbattere l'obelisco: combattenti appostati in corso Siccardi, in direzione di [[via Cernaia]], spararono alcuni colpi di mortaio in direzione di piazza Savoia, danneggiando il monumento e facendolo vacillare; rimasto in piedi, esso venne restaurato a guerra terminata.<ref>{{cita libro|Renzo|Rossotti|Le Strade di Torino|editore=Newton Compton Editori|anno=1995|città=Roma|p=580}}</ref><br />Un secondo restauro, nel [[1993]], ne ripulì la superficie e l'ampia gradinata.
 
==Note==
<references/>
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|commons=Category:Piazza Savoia (Turin)}}
 
{{Portale|Torino}}
 
[[Categoria:Piazze di Torino|Savoia]]