Esecuzione di Gesù secondo i Testimoni di Geova: differenze tra le versioni
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→Testimonianze archeologiche: Falso, la fonte dice che quel graffito è datato tra la fine del II e l'inizio del III secolo quindi all'incirca in età costantiniana: correggo l'inesattezza. |
→Traduzioni di stauros: Correzione delle citazioni del Dizionario di concetti biblici |
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==== Traduzioni di ''stauros'' ====
Il teologo e biblista [[Ethelbert William Bullinger]], nella traduzione biblica inglese da lui curata, ''The Companion Bible''<ref>{{Cita web|url=http://www.companionbiblecondensed.com/Bullinger/CB.htm|titolo=E. W. Bullinger's Companion Bible|sito=www.companionbiblecondensed.com|accesso=15 marzo 2016}}</ref>, quando deve tradurre il termine greco ''stauros'' oltre a spiegare in alcune pagine del Nuovo Testamento il suo reale significato, rimanda regolarmente all'Appendice 162 e viene quindi spiegato com il termine ''stauròs'' non sia una croce con traversa, ma un singolo palo<ref>{{Cita web|url=https://levendwater.org/companion/append162.html|titolo=The Cross and the Crucifixion. - Appendix 162 to the Companion Bible|sito=levendwater.org|citazione=«[stauròs] indica un palo diritto, su cui erano inchiodati i criminali per essere giustiziati [...] Non significa mai due pezzi di legno posti in croce l'uno ad alcun angolo rispetto all'altro, ma sempre un pezzo solo [...] L'evidenza è pertanto completa, che il Signore fu messo a morte su un palo diritto, e non su due pezzi di legno posti ad alcun angolo»|accesso=15 marzo 2016}}</ref>. Inoltre, nella sua opera ''A Critical Lexicon and Concordance to the English and Greek New Testament'', Bullinger, riferendosi al Nuovo Testamento, dice che "ambedue le parole [stauros e xylon] si discostano dal concetto attuale di croce, col quale abbiamo familiarità attraverso l’arte figurativa. Lo stauros era semplicemente un palo diritto sul quale i Romani inchiodavano i condannati. Il verbo stauroo, che significa semplicemente trascinare pali, non ha mai reso l’idea di due pezzi di legno messi di traverso uno sull’altro. Perfino il latino crux significa un semplice palo“.<ref>{{Cita libro|nome=E. W.|cognome=Bullinger|titolo=A Critical Lexicon and Concordance to the English and Greek New Testament|url=https://books.google.it/books?id=Ux_OSJP2OgcC&printsec=frontcover&dq=A+Critical+Lexicon+and+Concordance+to+the+English+and+Greek+New+Testament,+page.+819&hl=it&sa=X&redir_esc=y#v=onepage&q=819&f=false|accesso=2017-08-21|data=1999-08-01|editore=Kregel Academic|lingua=en|p=819|ISBN=9780825494451}}</ref>
Il ''Dizionario dei Concetti Biblici del Nuovo Testamento'' di Coenen, Beyreuther e Bietenhard dice che "a) ''stauròs'' è un palo piantato diritto (palo a punta); può servire a molteplici usi, come erigere steccati (Hom. Od 14, 11), gettare fondamenta (Thuc. VII 25, 5); può avere anche il significato speciale di palizzata (fin da Omero). Di conseguenza, ''stauróô'' significa piantare pali, erigere palizzate (fin da Tucidide). b) La prassi del diritto penale ha fornito, sia al sostantivo che al verbo, un senso speciale. Tuttavia questo è, in parte, ben diverso. Nello specifico non si possono associare a queste parole i dettagli concreti che la tradizione cristiana vincola alla crocefissione di Gesù".<ref name=CBB>{{Cita libro|autore=L. Coenen|autore2=E. Beyreuther|autore3=H. Bietenhard|titolo=Dizionario dei Concetti Biblici del Nuovo Testamento|anno=1976|pp=408-410}}</ref><ref>[http://www.mercaba.org/mediafire/coenen,%20lothar%20-%20diccionario%20teologico%20del%20nuevo%20testamento%2001.pdf Versione spagnola di Lothar Coenen, Erich Beyreuther e Hans Bietenhard (a cura di), ''Theologisches Begriffslexikon zum Neuen Testament'', 1990, vol. 1, p. 358]</ref> Aggiungendo poi che i vocaboli, di per sé, non sono sufficienti a stabilire l'effettiva modalità dell'esecuzione, dato che bisogna tenere conto anche del contesto dell'esecuzione e del punto di vista di chi la descrive. In questa relazione dice che è molto probabile l'esistenza di una differenza fondamentale, sia nella maniera di realizzare il castigo che nel suo significato fra l'oriente e l'occidente. Nella Palestina al tempo di Gesù erano le autorità romane dell'occupazione che realizzavano l'esecuzione. "Con ogni probabilità lo strumento impiegato, lo ''stauros'', aveva una traversa e così era formato di due legni incrociati. Per il resto, le fonti profane non permettono di tirarne la conclusione che la croce avesse una forma determinata, sia quella di ''crux commissa'' sia quella di ''crux immissa''. Dato che non sempre ci si collocava un τίτλος [''titlos''] (barbarismo latino), non si può concludere che la forma fosse necessariamente quella della ''crux immissa''. C'erano due modi di sollevare lo ''stauros''. O il condannato veniva fissato alla croce posta al suolo nello stesso luogo dell'esecuzione e veniva poi sollevato insieme allo strumento di esecuzione, oppure, caso normale, il palo verticale era piantato nel suolo prima dell'esecuzione e il criminale, attaccato alla traversa, veniva sollevato insieme con questa e fissato al palo verticale. Dato che questo era il modo più semplice di realizzare l'operazione (l'aggiunta del legno trasversale è forse legata alla sanzione del ''patibulum'' inflitta agli schiavi) può darsi che la ''crux commissa'' sia stata la norma generale. Inoltre, l'altezza della croce non doveva superare di molto la statura di un uomo"."<ref name=CBB/><ref>[http://www.mercaba.org/mediafire/coenen,%20lothar%20-%20diccionario%20teologico%20del%20nuevo%20testamento%2001.pdf Versione spagnola, vol. 1, pp. 358-359]</ref> Infine, dopo avere commentato altri particolari della prassi dei romani (condanna secondo le norme del diritto, il condannato portava il ''patibulum'' al luogo dell'esecuzione, generalmente fuori della città, lì veniva spogliato e flagellato, ecc.), si conclude dicendo: "nel complesso dobbiamo tenere presente che gli scrittori profani non hanno degnato questo tipo di esecuzione, tanto ignominioso e crudele, di una qualche descrizione dettagliata. Alcune questioni restano quindi necessariamente aperte. Il quadro che si è potuto ricavare grazie al materiale offerto dalla letteratura profana non deve essere integrato o modificato con troppa precipitazione con quello offerto dalla narrazione dei vangeli."<ref name=CBB/><ref>[http://www.mercaba.org/mediafire/coenen,%20lothar%20-%20diccionario%20teologico%20del%20nuevo%20testamento%2001.pdf Versione spagnola, vol. 1, p. 359]</ref>
Ciononostante, la maggioranza delle Traduzioni della Bibbia traduce sia ''stauròs'' che ''xylon'' con il termine "croce", anche se con significative differenze. Ciò è presente nelle versioni [[Bibbia (versione di Diodati)|Diodati]] e [[Bibbia (versione di Diodati)|Nuova Diodati]] (vedi schema); ''[[Versione Riveduta]] di [[Giovanni Luzzi]]'' e [[Nuova Riveduta]] (vedi schema); [[New International Version]]<ref name="ReferenceA">La Bibbia più diffusa e venduta nel XX secolo nell'ambito protestante statunitense</ref>; ''La Bibbia e Dio disse..., Nuovissima versione dai testi originali''<ref name="ReferenceB">Edizioni San Paolo - Imprimatur del vicario generale Mons. Carlo Meconi</ref><ref name="edizionisanpaolo.it">[http://www.edizionisanpaolo.it/religione_1/bibbia/bibbia-anttestamento-t/libro/e-dio-disse-la-bibbia.aspx Una edizione della ''Bibbia e Dio disse...,Nuovissima versione dai testi originali'']</ref>; [[Edizioni Paoline|Bibbia Edizioni Paoline]], (1960); [[Parola del Signore - La Bibbia in lingua corrente]]; ''[[La Bibbia Concordata]],'' curata da un gruppo di biblisti ebrei, cattolici, ortodossi e protestanti della Società Biblica Italiana; della Bibbia cattolica del 1960 a cura di monsignor [[Fulvio Nardoni]] e diverse altre versioni in lingua inglese, fra cui la [[Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture]] dei Testimoni di Geova (vedi schema).
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