Piana degli Albanesi: differenze tra le versioni
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[[File:Traditional dress of Arbëreshë women in Piana degli Albanesi.jpg|thumb|upright|Donne in costume tipico albanese di Piana degli Albanesi, [[foto]] storica databile alla fine del [[XIX secolo]]]]
Gli abiti tradizionali, legati ai vari momenti della vita delle donne, dalla quotidianità al matrimonio, scandivano i ritmi della tradizione sociale del passato. Tramandati di madre in figlia e conservati gelosamente, non sono più abiti, ma costumi, e sono strumenti di identificazione che assolvono quasi esclusivamente a funzioni simboliche circoscritte ad alcune occasioni. La perdita progressiva di questo legame ebbe inizio dagli [[anni 1940|anni quaranta]], quando nel dopo guerra si introdussero in Europa nuovi vestiti pratici e leggeri. Negli [[anni 1950|anni cinquanta]] e [[anni 1960|anni sessanta]] cadde in semidisuso l'abito di mezza festa e l'abito giornaliero. Ma gli sfarzosi ed eleganti abiti, hanno conservato intatta la propria specificità, e sono indossati in occasioni particolari, quali [[battesimo|battesimi]] (''pagëzime''), l'[[Epifania]] (''Ujët të Pagëzuam''), e soprattutto per le grandi festività della [[Settimana Santa]] (''Java e Madhe''), della [[Pasqua]] (''Pashkët'') e del [[matrimonio]] (''martesë''), ed in altre cerimonie religiose e festive, continuando ad essere preservati meticolosamente dalle donne di Piana degli Albanesi. I costumi femminili indossati dalle donne di Piana degli Albanesi, per la finezza e il pregio dei loro ricami in oro e del loro tessuto, sono un particolare elemento di folklore e richiamano l'ammirazione dei turisti che, specialmente in occasione delle grandi feste, visitano la cittadina. Il massimo esempio di bellezza è il costume nuziale, che rende particolare e prezioso l'evento religioso di [[rito bizantino]]. Unici nel loro genere, gli abiti da sposa sono composti da una gonna e corpetto di seta rossa con ricami floreali in oro e separati da una assai ammirata cintura di argento (''brezi''), in genere del peso di più di un chilogrammo, costituita da varie maglie lavorate del prezioso metallo, con al centro, scolpita in rilievo, una figura di un Santo orientale venerato, comunemente San Giorgio, San Demetrio o Maria Odigitria; sul capo il velo (''sqepi'') e il copricapo (''keza''), simbolo del nuovo status. Sotto la cintura e sul capo, infine, un fiocco (''shkoka'') verde con ricami interamente in oro, a quattro e a tre petali.
[[File:Donna di Sicilia in costume di Piana degli Albanesi - Ettore De Maria Bergler.jpg|thumb|[[Ettore De Maria Bergler]], ''Donna di Sicilia in costume di Piana degli Albanesi'', [[Pittura a olio|olio]] su [[Pittura su tela|tela]] (1933)]]
La qualità della produzione, quasi ininterrotta, dei costumi, si deve alla grande abilità artigianale delle ricamatrici [[arbëreshë|arbëreshe]]<ref>{{Cita web|url=http://www.pianalbanesi.it/pages/storiaecultura/costumi.htm|titolo=Costumi tradizionali femminili > Origini e tipologie|editore=www.pianalbanesi.it|accesso=3 agosto 2001}}</ref> specialiste nel ricamare l'oro e nel trasformare la seta (mola), il velluto e l'oro (in fili, in lenticciole e in canatiglie) in raffinati e preziosi abiti, usando il tombolo o il telaio o semplicemente l'ago, come si fa per la ricciatura a nido d'api della maniche della camicia e per i merletti a punto ad ago. Anche le attività lavorative correlate hanno un rilievo molto importante e offrono un illuminante spaccato socio-economico. L'impiego di manodopera quasi esclusivamente femminile rinvia, infatti, ad una divisione del lavoro, nella società e nella famiglia, di tipo tradizionale, e le donne, avviate a questa attività sin dall'infanzia, gradualmente raggiungevano una perizia tecnica che consentiva loro di provvedere direttamente alla preparazione del corredo. La gran parte della produzione dei manufatti è dovuta storicamente a questo artigianato domestico che, pur basato su canoni di pura riproduzione dei motivi, ha raggiunto livelli artistico-estetici spesso ragguardevoli con il concorso del gusto personale delle operatrici, la cui formazione non si esauriva nell'ambito familiare ma, specialmente dal secolo XVIII, ha potuto beneficiare di una vera e propria scuola di ricamo quale era a quel tempo il ''Collegio di Maria'' di Piana degli Albanesi, dove ancora oggi esiste un'esposizione permanente di quei ricami. Vere e proprie opere d'arte, i costumi ed i gioielli propri della tradizione arbëreshë sono un patrimonio inestimabile da tramandare, mantenere e custodire con cura. Alcuni, inoltre, sono esposti nella sezione di cultura arbëreshë ad essi dedicata nel Museo civico etnoantropologico "Nicola Barbato".
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