Processo traduttivo: differenze tra le versioni
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Per '''processo traduttivo''' si intende qualsiasi processo, anche non verbale, che conduca da un
==Le implicazioni del linguaggio interno==
Negli anni trenta lo psicologo [[Lev Semënovič Vygotskij|Vygotskij]] spiegò che il [[linguaggio interno]] che usiamo per pensare e per formulare il testo verbale è in realtà un codice ''non verbale''. Questo semplice fatto fa molto riflettere sul processo traduttivo, poiché risulta assai probabile che i tre tipi di traduzione concepiti da [[Roman Jakobson|Jakobson]]
Benché lo studio
Aggiungere un polo “mentale” al processo traduttivo ha delle ovvie conseguenze di grande respiro, tali per cui, nel 1994,il linguista e semilogo [[Jurij Michajlovič Lotman|Lotman]],
:"''il testo è un processo che si svolge tra la coscienza di chi lo ha creato e la coscienza dei riceventi; in altre parole, l'inizio e la fine di questo processo sono nascosti nella psiche umana. La nascita del testo può essere considerata un graduale passaggio dal discorso orale al discorso scritto, perciò, nelle varie fasi di questo processo, si distinguono le correlazioni tra discorso interno e discorso espressivo (Žinkin 1964:36-38). Nella fase di nascita del testo si ha un senso di unitarietà di inizio e fine, e anche delle difficoltà connesse all'analisi di questa unitarietà
Il linguaggio interno, che è come un ''codice macchina'' del cervello, svolge una funzione duplice: è il linguaggio
==Traduzione totale e non assoluta==
Sebbene ormai nessuno più sostenga la traducibilità assoluta, ovvero la possibilità che da un dato prototesto e attraverso un processo traduttivo scaturisca un metatesto che è un'equivalenza del primo, completamente privo di [[Residuo comunicativo|residui]] o
È molto difficile che di un testo ci si faccia un'idea diretta,
==Un modello unico==
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