Tito Terzi: differenze tra le versioni

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Alla fine degli anni [[Anni 1950|'50]] si trasferì con la famiglia a Bergamo dove iniziò a lavorare nella [[tipografia]] di Cesare Bonfanti<ref>{{cita news|autore=Novecento Grafico|url=http://www.novecentografico.it/chi-siamo-2/}}</ref>. Negli anni '60 aveva già rappresentato il suo amore per la montagna e per la gente di montagna in migliaia di scatti fotografici<ref>{{cita news|url=https://www.youtube.com/watch?v=vX13cDuU2Ao|titolo=Gromo una mostra per ricordare Tito Terzi|anno=6 gennaio 2012}}</ref>.
 
La sua prima mostra fotografica in [[bianco e nero]] raffigurante i volti della gente delle valli bergamasche, si tenne a Gromo nel [[Palazzo Milesi (Gromo)|Palazzo Milesi]] con la promozione dell'amministrazione comunale<ref>{{cita testo|titolo=Archivio di Gromo|editore=Comune di Gromo|anno=1970}}</ref>, mentre il suo primo libro, «Il volto di Clusone», edito da Cesare Ferrari venne pubblicato nel [[1975]], con testi di don ''Nicola Morali'' riscontrando subito grande successo.<ref>{{cita pubblicazione|url=http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/156062__morto_il_fotografo_tito_terzi_i_bergamaschi_hanno_amato_il/|titolo=È morto il fotografo Tito Terzi
Un sogno le sue montagne|autore=M Sanfilippo|rivista= l'Eco di bergamo|data=22 settembre 2010}}</ref>. <br />Questo libro e successivamente tantissimi altri lo portarono nel [[1990]] a collaborare nella creazione del mensile [[Prealpi Bergamasche#Orobie|Orobie]] sempre con l'editore Cesare Ferrari, giornale che da quasi trent'anni si occupa della [[Lombardia]] e delle sue [[montagna|montagne]], proprio per rispondere al suo intento di valorizzare gli aspetti paesaggistici, sociali e culturali delle [[Prealpi Bergamasche]], documentandone non solo la natura, ma la vita della gente con le sue trasformazioni.