Boris Vian: differenze tra le versioni

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Musica e letteratura erano di casa, in casa del piccolo Vian. Compose le prime canzonette da bambino, a undici anni suonava la tromba a meraviglia, organizzò un complessino con fratelli e amici. Diciannovenne, sbarcò nella magica Parigi degli anni Quaranta, che contribuì, con i suoi mille talenti, a rendere ancora più magica. Animato da un vitalismo forsennato, fece di tutto: fondò un locale notturno che accolse le celebrità del mondo dell'arte, delle lettere e dell'esistenzialismo. Tradusse Chandler, Strindberg e Nelson Algren. Scrisse di jazz, teatro e varietà. Si laureò in ingegneria cartaria, si sposò, si risposò e riuscì perfino a pubblicare, presso Gallimard, grazie a Raymond Queneau. Ma i suoi romanzi, seri, surreali e struggenti, furono un fiasco. ''Lo strappacuore'', ''La schiuma dei giorni'', ''L'autunno a Pechino'', vendettero poche centinaia di copie. Celebrità e grande scandalo gli verranno invece da un breve, crudelissimo pulp a sfondo erotico, scritto per scommessa e sotto pseudonimo: ''[[Sputerò sulle vostre tombe]]'' (''J'irai cracher sur vos tombes'').
 
Morì non ancora quarantenne, dopo aver scritto cinquecento500 canzoni, una decina di romanzi, e piéces teatrali, tra cui spicca ''Generali a merenda''. La mattina del 23 giugno [[1959]] si trovava al ''Cinema Marbeuf'' in occasione della proiezione della versione cinematografica del suo controverso romanzo ''J'irai cracher sur vos tombes''. Aveva già combattuto con i produttori circa la loro interpretazione del suo lavoro, denunciando pubblicamente di aver chiesto invano la rimozione del suo nome dalla pellicola. Cinque minuti dopo l'inizio del film, pare che avesse esclamato: ''«Questi tizi dovrebbero essere americani?»'' Un attimo dopo venne colto da una crisi cardiaca e morì durante il trasporto all'ospedale. L'infarto non giunse del tutto inaspettato, dato che Vian soffriva da molti anni di cardiopatia.
 
== Jazz ==
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Appassionato di jazz, fu il "contatto" (tra gli altri) di [[Duke Ellington]] e [[Miles Davis]] a Parigi. Scrisse articoli su diverse riviste francesi di jazz (''Le Jazz Hot'', ''Paris Jazz'') e pubblicò numerosi articoli sull'argomento anche in America, nonostante non vi avesse mai messo piede. Tuttavia i temi di questo paese, il jazz in particolare, si ritrovano spesso nell'arte di Vian. Le sue opere letterarie sono infatti intimamente intrecciate al suo amore per il jazz. Nella prefazione a ''L'Écume des Jours'', scrisse: "''Sono solo due le cose che contano: l'amore, in tutte le sue forme, con belle ragazze, e la musica di New Orleans e di Duke Ellington. Tutto il resto è da buttar via, perché è brutto...''".
 
La sua esperienza nel campo della musica lo indusse a scrivere il pamphlet ''En avant le zizique'' (''Musika & Dollaroni''). Il libro è un feroce ede ironico attacco all'industria discografica e i suoi meccanismi, di cui Vian profetizza che, nel futuro, i musicisti non dovranno più servirsi per pubblicare i propri lavori.
 
== L'opera letteraria ==
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=== Canzoni ===
* ''[[Il disertore (Boris Vian)|Le déserteur]]'' ([[1954]]) (It. ''Il disertore''; incisa per la prima volta in Italia nella versione originale in francese da [[Margot]], tradotta per la prima volta da [[Luigi Tenco]], il quale la intitolò ''Padroni della terra'', ma rimase inedita; tradotta poi da [[Giorgio Calabrese]] ede incisa in questa versione da [[Ornella Vanoni]] e [[Ivano Fossati]]).
* ''Berrò''
* ''Tango dei macellai''
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[[Categoria:Trombettisti francesi]]
[[Categoria:Trombettisti jazz]]
[[Categoria:Drammaturghi francesi]]
[[Categoria:Scrittori legati a Parigi]]
[[Categoria:Musicisti legati a Parigi]]
[[Categoria:Poeti legati a Parigi]]