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== Biografia ==
Angelo Manini nacque a [[Castelnovo ne' Monti]] vicino a [[Reggio nell'Emilia]], si trasferì con la famiglia a [[Vezzano sul Crostolo|Vezzano]] dove intraprese il lavoro di famiglia<ref group=nota>La famiglia Manini risulta lavorasse il rame fin dal 1600, famiglia presente a Firenze nel XIII secolo chiamata Mannus</ref> di [[artigiano]] del [[rame]], lavoro che svolgerà per tutta la vita e che gli permise di attingere ai fondi necessari per sostenere la sua causa
Non vi sono notizie certe sulla sua gioventù, difficilmente venne coinvolto nei [[Moti del 1830-1831#I moti nei Ducati e nello Stato Pontificio|moti del 1831]] che non interessarono la sua area geografica, ma risulta condividesse le idee della [[Giovine Italia]] in forma attiva, tanto da essere soggetto al controllo della polizia del Ducato di Modena venendo più volte arrestato e condotto nel carcere di [[Rubiera]]<ref>{{Treccani|angelo-manini_(Dizionario-Biografico)/|autore=Fabio Zavalloni|anno=2007|accesso=29 agosto 2017}}</ref>. La sua collaborazione con Mazzini non fu diretta, ma attraverso la collaborazione attiva con Giovanni Grilenzoni<ref>{{Treccani|giovanni-grilenzoni_(Dizionario-Biografico)/|autore=Giuseppe Monsagrati|anno=2002|accesso=29 agosto 2017}}</ref> e Giuseppe Lamberti<ref>{{Treccani|giuseppe-lamberti_(Dizionario-Biografico)/|autore=Giuseppe Monsagrati|anno=2202|accesso=29 agosto 2017}}</ref>.
Nel [[1853]] venne incarcerato con altri [[Giuseppe Mazzini|mazziniani]] dopo la [[Rivolta di Milano (1853)|rivolta del 6 febbraio 1853]] restando in prigione per alcuni mesi.
Nel [[1859]] con l'allontamentto degli [[Este|estensi]] e la fine del [[Ducato di Modena e Reggio|ducato di Modena]], Manini, che manteneva con Grilenzoni esule a [[Lugano]] ma con il quale sono documentati contatti epistolari, fu tra gli attivisti del [[Partito d'Azione]] di Reggio Emilia.
I suoi figli Filippo e Secondo, furono attivi [[Giuseppe Garibaldi|garibaldini]], presenti nella [[battaglia del Volturno]] dell'ottobre [[1860]], le battaglie erano infatti sostenute anche economicamente dal gruppo mazziniano di Reggio, e il 29 agosto del medesimo anno il Marini venne incaricato di guidare la commissione direttiva locale della neo costituita [[Società di mutuo soccorso]] degli operai, dando all'associazione una rilevanza più politica che sociale, portando avanti i valori di unità nazionale e le elezioni politiche a suffragio universale. Le società si diffusero in tutta le provincia diventando supporto al movimento repubblicano prima e poi socialista<ref name="cita|La banda Manini">{{cita web|url=http://www.24emilia.com/mobile/Sezione.jsp?idSezione=49852|autore=Fabrizio Montanari|titolo=La banda Manini|editore=24 Emilia|accesso=29 agosto 2017}}</ref>.
La sua collaborazione con Grilenzoni lo portò a fondare nel giugno del 1861 il "comitato di provvedimento per Roma e Venezia", facendo una attiva protesta contro la politica estera di Ricasoli. La sua carica di delegato della società operaia gli permise di essere presente al confresso di Firenze del settembre 1861 e a quelli dei comitati del 1862 a Genova.
Angelo Manini morì in una situazione di estrema indigenza, aveva dedicato la sua vita e il suo lavoro agli ideali repubblicani<ref name="cita|La banda Manini"
Il suo desiderio di divulgare le sue idee si trasformarono nell'attività di propaganda con la diffusione di manifestini e l'organizzazione di manifestazioni, fino al 1862 quando Garibaldi venne ferito e [[Giornata dell'Aspromonte|sconfitto sull'Aspromonte]]. Si dovette chiudere la società operaia su imposizione delle autorità, ma questo non fermò il Marini che difere la società sciolta attraverso una pubblicazione sui giornali locali e costituì nel novembre del medesimo anno la Fratellanza artigiana diventandone presidente del consiglio direttivo<ref name="cita|La banda Manini"/>. Dovendo poi rinunciare anche a questa in quanto sciolta dal Ministero degli Interni.
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