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Nel [[1853]] venne incarcerato con altri [[Giuseppe Mazzini|mazziniani]] dopo la [[Rivolta di Milano (1853)|rivolta del 6 febbraio 1853]] restando in prigione per alcuni mesi.
 
Nel [[1859]] con l'allontamentto degli [[Este|estensi]] e la fine del [[Ducato di Modena e Reggio|ducato di Modena]], Manini,e chel'allontanamento manteneva con Grilenzoni esule adegli [[LuganoEste|estensi]], ma con il quale sono documentati contatti epistolari,Manini fu tra gli attivisti del [[Partito d'Azione]] di Reggio Emilia., sostenuto dal Grilenzoni che, pur essendo esule a Lugano, manteneva contatti epistolari con il reggiano.
 
I suoi figli, Filippo e Secondo, furono attivi [[Giuseppe Garibaldi|garibaldini]], presenti nella [[battaglia del Volturno]] dell'ottobre [[1860]],. leI battaglievolontari erano infatti sostenute anchesostenuti economicamente dal gruppo mazziniano di Reggio, e il 29 agosto del medesimo anno il Marini venne incaricato di guidare la commissione direttiva locale della neo costituita [[Società di mutuo soccorso]] degli operai, dando all'associazione una rilevanza più politica che sociale, portando avanti i valori di unità nazionale e le elezioni politiche a suffragio universale. Le società si diffusero in tutta le provincia diventando supporto al movimento repubblicano prima e poi socialista<ref name="cita|La banda Manini">{{cita web|url=http://www.24emilia.com/mobile/Sezione.jsp?idSezione=49852|autore=Fabrizio Montanari|titolo=La banda Manini|editore=24 Emilia|accesso=29 agosto 2017}}</ref>.
 
La sua collaborazione con Grilenzoni lo portò a fondare nel giugno del 1861 il "comitato di provvedimento per Roma e Venezia", facendo una attiva protesta contro la politica estera di Ricasoli. La sua carica di delegato della società operaia gli permise di essere presente al confresso di Firenze del settembre 1861 e a quelli dei comitati del 1862 a Genova.