Getulio Alviani: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Alviani, ideatore plastico e progettista<ref>Getulio Alviani Gamec Bergamo, Skira, 2004 pag.239</ref>, sin da ragazzo frequenta a [[Udine]] il laboratorio dello scultore statuario [[Max Piccini]] dove apprende i primi rudimenti del fare; lavora poi in uno studio tecnico di architetti ede ingegneri e successivamente in una grande industria di apparecchiature elettriche come grafico e progettista. Qui approfondisce i problemi della comunicazione visiva e studia da piccoli dispositivi di comando a strutture parietali trasformabili.
 
Alla fine degli [[anni 1950|anni cinquanta]] realizza le prime "linee luce", superfici metalliche fresate che poi, organizzate e composte modularmente, diverranno "superfici a testura vibratile" che è stata la sua ricerca propedeutica.
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In questi anni giovanili lega amicizie con [[Josef Albers]], [[Anni Albers]], [[Max Bill]], [[Konrad Wachsmann]], [[Hans Richter (regista)|Hans Richter]], [[Sonia Terk Delaunay]], Henryk Berlewi, Pavel Mansouroff, [[Michel Seuphor]] e [[Lucio Fontana]].
 
Nel 1963 partecipa alla mostra "ZERO - der neue Idealismus" nella ''Galerie Diogenes'' di [[Berlino]]. Sempre nel 1963 partecipa alla mostra collettiva Panorama Van de Nieuwe Tendenzen tenutasi presso la Galerie Amstel 47 di [[Amsterdam]] ede alla collettiva comprendente gli artisti di Zero presso la Galerie d in [[Francoforte sul Meno]]. Nello stesso anno espone nella celebre galleria parigina di Denise René dove tornerà più volte negli anni successivi.
Nel 1964 espone al Musée des Arts Décoratifs del [[Museo del Louvre]] di [[Parigi]] alla mostra "Nouvelle Tendance Recherches Continuelles". Sempre nel 1964 partecipa a Mikro ZERO/NUL - Mikro Nieuw Realisme, mostra collettiva tenutasi presso la Galerie Delta di [[Rotterdam]] dal 7 al 20 agosto; Jeugdfestival di Velp dal 24 al 29 agosto e Galerie Amstel 47 di [[Amsterdam]] dal 31 agosto al 19 settembre.
 
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Nello stesso anno espone all'Albright Knox Art Gallery di [[Buffalo]], al Tel Aviv Museum of Art di [[Tel Aviv]], allo Stedelijk Museum di [[Amsterdam]] nella storica mostra collettiva di Zero "NUL negentien honderd en vijf en zestig", alla Städtische Galerie im Lenbachhaus di [[Monaco di Baviera]] e partecipa alla VIII Biennale di [[San Paolo (Brasile)|San Paolo del Brasile]].
Nel 1966 espone alla Kunsthalle di [[Berna]] e al Museum of Contemporary Art di [[Nagaoka]].
Nel 1967 partecipa alla biennale internazionale di arti grafiche a [[Tokyo]], espone allo Institute of Contemporary Art di [[Boston]], al Kunsternes Hus di [[Oslo]], al Musée d'Art et Industrie di Sant-Etienne, al Musée de Beaux Artes di [[Bruxelles]], nella Staditsche Kunsthalle di [[Düsseldorf]], al Gemeentemuseum di [[L'Aia]], al Carnegie Institute di [[Pittsburgh]] ede al Musée d'Art Contemporain di [[Montréal]].
Nel 1968 espone alla Kunsthalle di [[Colonia (Germania)|Colonia]] e partecipa a Documenta 4 a [[Kassel]].
Nel 1969 espone al Palais des Beaux Art di [[Bruxelles]].
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Nel 1964, 1986 e con un ambiente nel 1993 espone alla [[Biennale di Venezia]].
 
Negli anni novanta tiene mostre personali al Muzeum Okregove di [[Chełm]] (1994) ede al Muzej Suvremene Umjetnosti di [[Zagabria]](1997).
 
Nel 2000 è presente alla mostra collettiva "Open Ends" tenutasi presso il Museum of Modern Art ([[Museum of Modern Art|MoMA]]) di [[New York]] realizzata per evidenziare quanto accaduto nel mondo dell'Arte dal 1960 fino all'inizio del nuovo millennio attraverso l'esposizione di opere realizzate da Artisti che in quell'arco temporale si erano resi protagonisti sullo scenario internazionale.
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Nel 2012 partecipa alla collettiva "Ghosts in The Machine" presso il [[New Museum of Contemporary Art]] di New York.
 
Fino a circa dieci anni fa ha eseguito progetti di architettura ede attualmente si dedica con impegno crescente alla cura di testi ed esposizioni riguardanti i protagonisti delle ricerche strutturali e visive a livello internazionale. È anche autore di un libro su [[Josef Albers]] (1988)<ref>[http://www.arte.go.it/eventi/2007/0702.htm «Getulio Alviani, già curatore dell'importante monografia edita nel 1988 da l'Arca edizioni, London-Milano»]</ref>, ha curato con [[Giancarlo Pauletto]] un libro su [[Michel Seuphor]] (1987)<ref>[http://books.google.it/books/about/Michel_Seuphor.html?id=81tDPQAACAAJ&redir_esc=y Google.books]</ref>, e ha contribuito con le sue fotografie a un libro di G. Pauletto e M. A. Miller su [[Richard Anuszkiewicz]] (1988)<ref>[http://www.infoteca.it/bwnet/FormTIT.asp?IDS=2206257&OPAC=SCLE OPAC Infoteca]</ref>, un allievo di [[Josef Albers]].
 
Nel 2013 partecipa alla mostra collettiva Dynamo- un siecle de lumiere et de mouvement dans l'art 1913-2013, al Grand Palais di Parigi.
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Tra le opere le ''superfici a testura vibratile'', realizzate in [[alluminio]], ove la superficie, [[Fresatrice|fresata]] elettricamente con una precisione determinata da preordinata programmazione, muta continuamente a seconda delle posizioni degli angoli visuali e dell'incidenza luminosa generando immagini sempre diverse, come pure le superfici a testura vibratile circolari chiamate ''Dischi'', realizzate in [[acciaio]] o [[alluminio]], ove la vibratilità luminosa si ottiene lavorando manualmente la superficie metallica con un [[tornio]] meccanico che tranciandola in forme logiche dà moduli per possibili costruzioni di indeterminate superfici che anche in questo caso mutano continuamente a seconda delle posizioni degli angoli visuali e dell'incidenza luminosa<ref>Getulio Alviani Gamec Bergamo, Skira, 2004 pagg.96 e 134</ref>.
 
Altri lavori sono i rinomati "rilievi speculari ad elementi curvi" in acciaio , i "cerchi virtuali" costituiti da semicerchi in rame cromato posti su superfici di acciaio speculare secondo varie posizioni e successioni logiche<ref>Getulio Alviani Gamec Bergamo, Skira, 2004 pag.156</ref> come pure i "cerchi progressivi" in acciaio e le "cromostrutture speculari" realizzate in alluminio.
 
== Getulio Alviani nei musei ==
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[[Categoria:Persone legate a Udine]]