Delitto di Cogne: differenze tra le versioni

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L'uomo venne ripetutamente interrogato nel corso degli anni, e fornì sempre la stessa versione, affermando di essere stato svegliato attorno all'ora del delitto da una telefonata del padre che gli chiedeva di recarsi in paese per aprire il negozio di alimentari di cui la famiglia era titolare, e di aver quindi trascorso l'intera mattinata lavorando. Tale versione e il relativo alibi vennero infine ritenuti attendibili dagli inquirenti alla fine del primo processo. A seguito dell'accusa i coniugi Lorenzi vennero quindi indagati per [[calunnia]] nei confronti di Ulisse Guichardaz.
 
Nel processo d'[[appello (ordinamento penale italiano)|appello]] l'uomo non fu più chiamato in causa. Emersero, invece, pesanti allusioni nei confronti di un'altra vicina, Daniela Ferrod, con cui pare che Annamaria Franzoni avesse avuto qualche banale screzio in passato.<ref>[http://www.repubblica.it/online/cronaca/cognetredici/vicina/vicina.html la Repubblica/cronaca: Lo sfogo della vicina di casa 'Ma quale alibi, vivo nel terrore'<!-- Titolo generato automaticamente -->].</ref> A dispetto delle accuse mosse dalla Franzoni, fu proprio Daniela Ferrod la prima persona che ella chiamò in soccorso. Le perizie effettuate dai [[Reparto Investigazioni Scientifiche|RIS]] e gli [[Alibi (diritto)|alibi]] dei sospettati hanno sempre condotto al loro scagionamento.
 
=== I processi ===