Blaise Pascal: differenze tra le versioni
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Infine, Pascal, attraverso la sua filosofia, si accosta anche alle discipline [[scienza|scientifiche]], facendo delle importanti considerazioni. Infatti, secondo lui, la conoscenza umana è limitata sempre dai due abissi dell'infinito e del nulla, dai quali nessun uomo (e quindi nessuna scienza) può prescindere. Il pensiero è infatti ovviamente finito, e coloro che hanno indagato la [[natura]] hanno invece pensato di poterne scoprire i principi primi ed ultimi (cioè il tutto), che però si trovano proprio al "limite" di tali abissi infiniti (infinitamente grande e infinitamente piccolo). Pascal, dunque, afferma che del mondo si può avere solo una conoscenza limitata, parziale, ma comunque valida. Detto ciò, fa una differenza sostanziale nel campo della conoscenza, cioè, afferma che ci sono 2 possibili forme di conoscenza, che partono da fondamenti diversi: la prima è data dal cosiddetto "spirito di [[geometria]]" (''"esprit géométrique"''), ed è appunto la conoscenza scientifica e analitica, ottenuta con procedimenti perfettamente geometrici e razionali, seppur lontani dall'uso comune. L'altra forma di conoscenza è quella data dallo "spirito di finezza" (''esprit de finesse''), ed è la conoscenza [[esistenzialismo|esistenziale]] dell'uomo, dei moti della sua [[anima]], dei principi che governano la sua sfera spirituale;inoltre è di tipo sintetico,questo tipo di conoscenza si rivolge ai principi e fenomeni di "uso comune" e riesce a cogliere tali fenomeni nella loro interezza e complessità. Pascal dice che lo "spirito di geometria" non è sufficiente per comprendere la realtà, poiché non arriva a capire i fondamenti dell'esistenza umana, ed è cosí limitato; infatti, ogni scienza che non consideri l'uomo è una scienza inutile, se non addirittura dannosa. Per comprendere i temi esistenziali dell'uomo si ha invece bisogno del ''"cuore"'', che per Pascal non è nulla di [[romanticismo|romantico]] o irrazionale, ma è il centro pulsante dell'interiorità umana, lo strumento dello "spirito di finezza". Famosa è la sua frase:{{quote|Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce[...]. Io dico che il cuore ama l'Essere universale naturalmente, e ama sé stesso naturalmente, [...] e s'indurisce contro l'uno o l'altro, a sua scelta. [...]|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 277}}Dunque, il cuore non agisce irrazionalmente, ma ha dei precisi procedimenti che seguono un'altra specie di "ragione", differente dalla "ragione scientifica". Egli dice anche, in tre pensieri:{{quote|È il cuore che sente Dio, e non la ragione. Ed ecco che cos'è la fede: Dio sensibile al cuore, e non alla ragione.|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 278}} {{quote|Quanta distanza c'è tra la nostra conoscenza di Dio e l'amarlo!|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 280}} {{quote|Conosciamo la verità non solo con la ragione, ma anche col cuore; ed è in questo secondo modo che conosciamo i principi primi, e inutilmente il ragionamento, che non vi ha parte, s'industria di combatterli. [...]|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 282}}
Tuttavia, Pascal non approva lo "spirito di finezza" senza lo "spirito di geometria", poiché, se lo "spirito di geometria" senza lo "spirito di finezza" è sterile e vano, lo "spirito di finezza" senza lo "spirito di geometria" è debole, e non potrà discendere fino ai principi più profondi e più veri dell'uomo. In sostanza, per Pascal la scienza e la filosofia non hanno due direzione totalmente differenti, né tantomeno si avversano l'un l'altra, ma sono l'una il completamento dell'altra. Pascal è dunque uno dei primi pensatori che hanno tentato di conciliare la scienza (che si fonda sullo "spirito di geometria") e la fede (che si fonda sullo "spirito di finezza"), ponendo i due campi complementari e necessari l'uno all'altro. Infine, Pascal conclude cosí il suo pensiero:{{quote|[...] Sappiamo di non sognare; per quanto siamo impotenti a darne le prove con la ragione, questa impotenza ci porta a concludere per la debolezza della nostra ragione, ma non per l'incertezza di tutte le nostre conoscenze [...]. Infatti la conoscenza dei principi primi [...] è più salda di qualunque altra che ci viene dai nostri ragionamenti. E proprio su tali conoscenze del cuore e dell'istinto la ragione deve appoggiarsi, e su di esse fondare tutto il suo ragionamento. [...] Questa impotenza non deve dunque servire che ad altro che ad umiliare la ragione -la quale vorrebbe giudicare di tutto-, ma non già a combatter la nostra certezza [...].|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 282}}
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