Dàshèngqǐxìnlùn: differenze tra le versioni

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La prima dottrina, quella del ''[[tathāgatagarbha]]'', sostiene che l'illuminazione, quindi la [[natura di Buddha]], è già propria di tutti gli esseri senzienti ma questi, ricoperti come sono dalle afflizioni (''[[kleśa]]'': passioni, rabbia, opinioni erronee, brama, ignoranza, dubbi) non ne sono consapevoli.
 
La seconda dottrina, quella dello ''[[ālayavijñāna]]'', colloca invece qui la natura ultima e buddhica degli esseri senzienti, i quali tuttavia vi raccolgono anche dei "semi" (''[[bīja]]''), "negativi" delle azioni passate che impediscono a tale natura, lo ''[[ālayavijñāna]]'', di esprimersi nella sua sola purezzapura e autentica natura.
 
Il ''Dàshèngqǐxìnlùn'' incrocia le due dottrine indicando la prima come ''paramārtha-satya'', "Verità assoluta", mentre la seconda assurge al ruolo di ''saṃvṛti-satya'', "Verità convenzionale". Dal che il ''[[tathāgatagarbha]]'' è l'"incondizionato" (''asaṃskṛta'') mentre lo ''[[ālayavijñāna]]'' indica il "condizionato" (''saṃskṛta'').