Monofisismo: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Scisma dei tre capitoli|Monotelismo|Chiesa Copta}}
[[File:H.H. Pope Shenouda III smiling while giving a word.jpg|thumb|Il patriarca d'Alessandria Shenouda III (1971-2012), figura fondamentale per la comunità dei cristiani copti d'Egitto.]]
Nonostante Pietro Mongo si fosse dimostrato soddisfatto del compromesso teologico<ref>{{Cita libro|titolo = La Chiesa tra Oriente e Occidente|anno = |editore = |città = |accesso = 25 marzo 2015|url = https://books.google.it/books?id=giBGcRPt_U0C&pg=PA10&dq=Pietro+Mongo&hl=it&sa=X&ei=KfERVYXNF4XvUqPrgPgB&ved=0CDUQ6AEwBDgU#v=onepage&q=Pietro%20Mongo&f=false|curatore = H.Jedin|collana = Storia del Cristianesimo|p = 10}}</ref>, sia i monofisiti più intransigenti che i calcedoniani si rifiutarono di sottoscrivere il documento imperiale, determinando un' ulteriore stato conflittuale tra le parti. Fatto sta che, comunque, la maggior parte degli egiziani rimase fedele al monofisismo, nonostante le pressioni da imperatori del calibro di [[Giustiniano I|Giustiniano]] (527-565), il quale tentò di ricomporre lo scisma interno anatemizzando tre "capitoli" calcedoniani ([[Teodoro di Mopsuestia]], [[Teodoreto di Ciro]] e [[Iba di Edessa]]), elementi di impedimento per una totale riconciliazione<ref>{{Cita libro|autore = H.Jedin|titolo = Breve storia dei concili|anno = |editore = |città = |p = 42}}</ref>. Un ultimo tentativo di pacificazione fu compiuto dall'imperatore [[Eraclio I|Eraclio]] e dal patriarca costantinopolitano [[Sergio I di Costantinopoli|Sergio]], elaborando la dottrina del [[monotelismo]], ma anche in questo caso non si riuscì a giungere ad un risultato concreto<ref>{{Cita libro|autore = H.Jedin|titolo = Breve storia dei concili|anno = |editore = |città = |p = 43-44}}</ref>. Quando poi gli [[arabi]] conquistarono [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]] nel [[642]], gli abitanti della valle del Nilo si ritrovarono liberi di professare la loro fede monofisita senza le pressioni dell'autorità imperiale calcedoniana<ref name=":3">{{Cita libro|autore = John J.Norwich|titolo = Bisanzio|anno = |editore = |città = |pp = 642-643}}</ref>. Nonostante ciò, la fede cristiana in Egitto cominciò a dissolversi, allorché i nuovi dominatori, vuoi con la ''[[dhimma]] ''vuoi con l'allettante prospettiva, a chi si fosse convertito all'islam, di far parte degli alti ranghi politici e militari, spinsero buon parte della popolazione alla conversione alla nuova fede. Una minoranza, tuttavia, continuò a professarsi cristiana mantenendo un piccolo, ma vitale gruppo di cristiani [[miafisismo|miafisiti]], facenti parte della [[Chiesa Copta|Chiesa copto-ortodossa]]<ref>{{Cita libro|autore = C.Andresen - G.Denzler|titolo = Dizionario storico del Cristianesimo|anno = |editore = |città = |pp = 150-151}}</ref> che sussiste tuttora e si riunisce intorno al Patriarca d'Alessandria, che attualmente è [[Papa Teodoro II di Alessandria|Teodoro II]]. Figura di spicco della Chiesa copto-ortodossa è stato [[Shenouda III]], sotto il cui pontificato la comunità copta si è estesa in vari paesi del mondo e si sono accentuati i primi, notevoli passi per una ripresa del [[ecumenismo|dialogo con le altre Chiese cristiane]]<ref name=":5" />.
 
Nel [[1988]], in una dichiarazione congiunta con la [[Chiesa Cattolica]], la [[Chiesa ortodossa copta]] d'Egitto ha rinnegato le proprie posizioni [[Miafisismo|miafisite]], mantenendo però lo scisma con Roma. Rispetto alla Chiesa Cattolica, oggi, quindi, la Chiesa copta è nella stessa posizione delle [[Chiese ortodosse]] di [[Rito bizantino]], è scismatica ma non più eretica.