Gilbert Keith Chesterton: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: Markup immagini, accessibilità
Riga 18:
|Nazionalità = inglese
|Immagine = Gilbert Chesterton.jpg
}}[[File:GK Chesterson signature.svg|thumb|220px|Firma]]
 
Scrittore estremamente prolifico e versatile, scrisse un centinaio di libri, contributi per altri duecento, centinaia di poesie, un poema epico, cinque drammi, cinque romanzi e circa duecento racconti, tra cui la popolare serie con protagonista la figura di [[padre Brown]]. Fu autore inoltre di più di quattromila saggi per giornali.<ref>{{Cita web
Riga 31:
 
== Biografia ==
[[File:G. K. Chesterton at the age of 13.jpg|thumb|right|180pxupright=0.8|Gilbert all'età di 13 anni.]]
=== Infanzia e studi ===
{{Citazione|Inchinandomi con la mia cieca credulità di sempre di fronte alla mera autorità e alla tradizione dei padri, bevendomi superstiziosamente una storia che all'epoca non fui in grado di verificare in persona, sono fermamente convinto di essere nato il 29 maggio del 1874 a Campden Hill, Kensington; e di essere stato battezzato secondo il rito anglicano nella piccola chiesa di Saint George, che si trova di fronte alla torre dell'acquedotto, immensa a dominare quell'altura. Non attribuisco nessun significato al rapporto tra i due edifici; e nego sdegnosamente che la chiesa possa essere stata scelta perché era necessaria l'intera forza idrica della zona occidentale di Londra per fare di me un cristiano<ref>Chesterton G. K. "Autobiografia", 1936</ref>}}
Riga 39:
Ebbe una sorella, morta in tenera età, ed il fratello Cecil, più giovane di lui di cinque anni, con cui costituì un sodalizio culturale oltre che familiare notevolissimo. Alla nascita del fratello Chesterton riferisce − nella sua [[autobiografia]] − di aver detto soddisfatto: "Finalmente avrò un pubblico a cui parlare".
 
[[File:G.K. Chesterton at the age of 17.jpg|thumb|left|180pxupright=0.8|Chesterton all'età di 17 anni.]]
Gilbert impara a leggere piuttosto tardi, e nei primi anni della sua vita viene considerato di intelletto non molto sveglio. Viene educato alla St Paul's School, quindi frequenta la Slade School of Art dove studia pittura e, in seguito, l'[[University College (Londra)|University College di Londra]], che però abbandonerà senza aver conseguito la laurea.
 
Riga 51:
Nel [[1895]] Chesterton inizia a lavorare per l'[[editore]] londinese [[Redway]] e per [[T. Fisher Unwin]]. Molti suoi lavori, poi raccolti nel volume dal titolo ''The defendant'' (l'opera, il cui titolo significa letteralmente ''L'imputato'', è stata inizialmente tradotta in italiano come ''[[Il bello del brutto]]'') vengono pubblicati in giornali come ''The Speaker'', il ''Daily News'', l<nowiki>'</nowiki>''[[Illustrated London News]]'', l<nowiki>'</nowiki>''Eye Witness'', il ''New Witness'' (questi ultimi due sono fogli a cui diede vita Chesterton stesso, il primo con suo fratello Cecil e [[Hilaire Belloc]], il secondo con Belloc dopo la morte a causa della [[prima guerra mondiale]] di suo fratello Cecil), e nel settimanale che egli dirige personalmente per undici anni, il ''[[GK's Weekly]]''.<ref name=bio/>
 
[[File:Gilbert Keith Chesterton01.jpg|thumb|180pxupright=0.8|Chesterton fotografato nel 1905.]]
Nel [[1900]] scrive la sua prima raccolta di poesie, ''[[Il cavaliere pazzo e altre poesie|The Wild Knight]]'', a cui seguiranno articoli di critica letteraria sullo ''Speaker'' e sul ''Daily News''. L'anno seguente sposa [[Frances Blogg]]. Nel 1905 pubblica ''[[Eretici (saggio)|Eretici]]''. Tre anni dopo, nel [[1908]], scrive ''[[Ortodossia (saggio)|Ortodossia]]'', forse il suo saggio più importante, una sorta di autobiografia filosofica, che continua in parte tematiche apparse nell'opera del 1905. Nel [[1909]] si trasferisce con la moglie a [[Beaconsfield]] dove vivrà fino alla morte.<ref name=bio/>
 
Riga 87:
* La [[Chiesa episcopale degli Stati Uniti d'America]], parte della [[Comunione anglicana]], ha deciso invece di commemorare Chesterton il 13 giugno di ogni anno.
* Lo scrittore [[agnostico]] [[Jorge Luis Borges]] e quello cattolico di [[fantasy]] [[J.R.R. Tolkien]] furono grandi appassionati di Chesterton. In particolare, Borges ha detto:
{{quotecitazione|La letteratura è una delle forme della felicità; forse nessuno scrittore mi ha dato tante ore felici come Chesterton.}}<ref>Nota biobibliografica in G. K. Chesterton, ''[https://books.google.it/books?id=0cg-DQAAQBAJ&pg=PT166&lpg=PT166&dq=La+letteratura+%C3%A8+una+delle+forme+della+felicit%C3%A0;+forse+nessuno+scrittore+mi+ha+dato+tante+ore+felici+come+Chesterton.&source=bl&ots=9kF-zRHDUu&sig=Z5RMH2Oe5WiL-kt1PE2di09xBF0&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiG7omS75TQAhWHXhQKHceyCscQ6AEIGzAA#v=onepage&q=La%20letteratura%20%C3%A8%20una%20delle%20forme%20della%20felicit%C3%A0%3B%20forse%20nessuno%20scrittore%20mi%20ha%20dato%20tante%20ore%20felici%20come%20Chesterton.&f=false San Tommaso]'', Edizioni Lindau, 2008</ref>
{{F|scrittori britannici|data=aprile 2008}}
* ''L'Uomo Eterno'' contribuì alla conversione dell'amico di Tolkien [[Clive Staples Lewis]] al cristianesimo, mentre il romanzo ''Il Napoleone di Notting Hill'' ispirò [[Michael Collins (patriota)|Michael Collins]] a condurre gli irlandesi alla vittoria contro il dominio inglese.
Riga 93:
 
== L'attività di scrittore e pensatore ==
{{quotecitazione|Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell'umanità, finiscono per combattere anche la libertà e l'umanità pur di combattere la Chiesa.|G.K. Chesterton, ''Ortodossia''}}
Chesterton è stato [[giornalista]], [[polemista]] e [[scrittore]] fertilissimo; in trent'anni ha infatti scritto quasi cento libri tra cui alcuni saggi e biografie (su [[Charles Dickens]], [[Francesco d'Assisi]] e [[Tommaso d'Aquino]]), composto poesie, opere teatrali (''[[Magia: commedia fantastica|Magia]]''), romanzi, racconti brevi, un numero difficilmente calcolabile di articoli di giornale (firmati GKC) e partecipato a numerose dispute con [[H. G. Wells]] e [[George Bernard Shaw]]. È inoltre uno dei pochi intellettuali ad avere avuto il coraggio di opporsi pubblicamente alla [[guerra boera]]. Quando gli fu commissionato di scrivere un libro su [[san Tommaso d'Aquino]], mandò la segretaria a scegliere una pila di libri su san Tommaso in biblioteca, aprì il primo in cima alla pila, lo scorse con il dito, lo chiuse e procedette a dettare un libro su san Tommaso<ref>Maisie Ward, ''Chesterton'', Sheed and Ward, London)</ref>. Scrisse questo libro in contemporanea ad altri, per cui, mentre dettava gli altri libri alla Collins che li dattilografava, ogni tanto intercalava e chiedeva: "Vogliamo fare un po' di ''Tommy''?", riferendosi alla biografia del Santo Aquinate. Il riconosciuto studioso tomistico [[Étienne Gilson]] ne disse: "Lo considero senza possibilità di paragone il miglior libro mai scritto su san Tommaso. Nulla di meno del genio può rendere ragione di un tale risultato...". Oltre alla filosofia del santo della [[Scolastica]], presenta ragionamenti di Chesterton e caustici aforismi:{{quotecitazione|Non va bene dire a un [[ateo]] che è un ateo, o attribuire a chi nega l'[[immortalità dell'anima|immortalità]] l'infamia di negarla, o pensare che si possa costringere un avversario ad ammettere di aver torto dimostrandogli che ha torto in base ai principi di qualcun altro, e non ai suoi. [...] È questo il senso di una massima attribuita al grande san [[Luigi IX di Francia|Luigi]], re di Francia, che le persone superficiali citano come un esempio di fanatismo; il senso è che con un infedele si deve o discutere come un vero filosofo sa fare, oppure "infilargli in corpo una spada più profondamente che si può."<ref>Cap. 3, p. 95</ref>}}
[[File:Gilbert Keith Chesterton.jpg|thumb|220px|Fotografia di Chesterton]]
Collaborò, tra l'altro, alle riviste italiane ''[[La Ronda]]'' (animata tra gli altri da [[Emilio Cecchi]], che lo incontrò e intervistò più volte) e ''[[Frontespizio (rivista)|Frontespizio]]''.
 
Riga 102:
Ciò che tuttavia lo contraddistingue è il fatto di pervenire a conclusioni spesso diametralmente opposte rispetto ai suoi predecessori e ai suoi contemporanei. In ''Eretici'' ad esempio, parlando di Oscar Wilde, Chesterton scrive: "La stessa lezione (di chi cerca pessimisticamente il piacere fine a se stesso) viene dalla desolata filosofia di Oscar Wilde. È la religione del ''carpe diem''; ma la religione del ''carpe diem'' non è la religione della gente felice, ma delle persone estremamente infelici. La gioia non coglie i boccioli di rosa mentre ancora può farlo; i suoi occhi fissano la rosa immortale che vide [[Dante]]".
 
Su [[Marx]] e [[Aldous Huxley]] scrisse invece: {{quotecitazione|Marx chiamerebbe la fede l’[[oppio]] dei popoli, e io la chiamerei piuttosto il [[vino]] dei popoli. (…) In questo caso è interessante mettere a paragone il logico con il letterato, che da sempre è più logico del logico. Quando il signor Aldous Huxley creò la sua orribile Utopia materialistica fu particolarmente attento ad evitare questa contraddizione. Il punto di ''[[Il mondo nuovo|Brave New World]]'' di Huxley non è che la religione è l’oppio dei popoli. Il punto è che l’oppio è la religione dei popoli.}}
 
Questa ricerca intellettuale si fa più intensa ne ''[[L'uomo che fu Giovedì]]'' ([[1908]]) in cui all'ideale della creazione di un mondo nuovo da parte di uno strano gruppo di sette [[anarchici]] che hanno gli stessi nomi dei giorni della settimana, viene contrapposto quello della ricerca della [[felicità]] intesa come il vero compimento dell'uomo, dello scontro tra il bene e il male: "Il male è troppo grande e non possiamo fare a meno di credere che il bene sia un accidente, ma il bene è tanto grande che sentiamo per certo che il male potrà essere spiegato".
Riga 108:
Lo scontro tra bene e male diventa perciò in Chesterton uno scontro anche tra ottimismo [[laicismo|laico]] e [[ottimismo]] [[cristianesimo|cristiano]]. Così infatti scrive in ''Ortodossia'' ([[1908]]): "Tutto l'ottimismo di quest'epoca è stato falso e scoraggiante, per questa ragione: che ha sempre cercato di provare che noi siamo fatti per il mondo. L'ottimismo cristiano invece è basato sul fatto che noi non siamo fatti per il mondo".
 
Una delle teorie di Shaw che Chesterton non poteva accettare fu quella del [[Superomismo|Superuomo]]. A riguardo di [[Friedrich Nietzsche]], in particolare delle sue teorie espresse in volumi come ''[[La gaia scienza]]'', ''[[Così parlò Zarathustra]]'', ''[[L'Anticristo (saggio)|L'anticristo]]'' e ''[[La volontà di potenza (manoscritto)|La volontà di potenza]]'', si espresse criticamente, definendo Nietzsche come un ripropositore di vecchie teorie (ad esempio dei [[sofisti]] come [[Trasimaco]]) già scartate dal cristianesimo e da grandi letterati come [[Shakespeare]], polemizzando quindi coi sostenitori della presunta novità che il filosofo dello ''Zarathustra'' rappresenterebbe nel pensiero occidentale: {{quotecitazione|Non riesco a pensare che uno sprezzo cosmopolita del patriottismo sia semplicemente questione di opinioni, così come non credo che uno sprezzo nietzscheano per la [[Compassione (filosofia)|compassione]] sia semplicemente una questione di opinioni. Penso che entrambe siano eresie tanto orribili che il loro trattamento non dev'essere tanto mentale quanto morale, sempre che non sia solo un caso clinico. Gli uomini non sono sempre morti per una malattia, né sono sempre condannati da una delusione; ma finché ne sono a contatto, ne sono distrutti.<ref>''Illustrated London News'', [http://www.ilnpictures.co.uk/ ILN Picture Library], 31 maggio [[1919]]</ref>}} {{quotecitazione|Come tutti sanno, Nietzsche predicò una dottrina, che egli stesso ed i suoi seguaci mostrano di considerare molto rivoluzionaria; egli sostenne che la comune morale altruistica era stata inventata da una classe di schiavi per impedire il sorgere di tipi superiori capaci di combatterli e di soggiogarli. Orbene, i moderni, sia favorevoli che contrari, vi alludono sempre come se fosse un'idea nuova e del tutto inaudita. Si suppone con la massima calma ed insistenza che i grandi scrittori del passato, come per esempio Shakespeare, non lo sostennero perché non vi avevano mai pensato, perché l'idea non era passata loro per la mente. Ma rileggete l'ultimo atto del [[Riccardo III (Shakespeare)|Riccardo Terzo]] di Shakespeare, e vi troverete, espresso in due versi, non solo tutto ciò che Nietzsche aveva da dire, ma con le sue stesse parole. [[Riccardo III d'Inghilterra|Riccardo il Gobbo]] dice ai suoi nobili: "La coscienza non è che una parola usata dai codardi, al principio creata per mantenere i forti in soggezione". Come ho detto, il fatto è chiaro. Shakespeare aveva pensato a Nietzsche ed alla morale del Super-Uomo, ma ne valutò l'esatta portata, e la collocò esattamente al suo posto: cioè nella bocca di un gobbo mezzo dissennato, che parla alla vigilia della sua disfatta. Questa collera contro i deboli è possibile soltanto in un uomo che sia morbosamente coraggioso, ma fondamentalmente malato; un uomo come Riccardo, un uomo come Nietzsche.}}
In ''Ortodossia'', a proposito del suo amico [[George Bernard Shaw]], il rappresentante della nuova scuola di pensiero dell'[[umanitarismo]], Chesterton scrive: "L'adorazione della volontà è la negazione della volontà... Non è possibile ammirare la volontà in generale perché l'essenza della volontà è nell'essere individuale".
 
Riga 118:
Lo stesso amore per l'uomo, per l'uomo a tutto tondo, con i suoi difetti, le sue debolezze, ma anche con la sua capacità di amare che nessun accadimento umano potrà mai spegnere è presente nei racconti di padre Brown. Il personaggio di [[padre Brown]], modellato su quello di padre O'Connor, un sacerdote che ebbe grande parte nella sua conversione al [[cattolicesimo]], è infatti, sotto l'apparenza umile e quasi sciatta, non solo una persona dotata di grande empatia fino al punto di immedesimarsi col [[criminale]] ("''Io sono dentro un uomo. [...] aspetto di essere dentro un assassino [...] finché penso i suoi stessi pensieri, e lotto con le sue stesse passioni, [...] finché vedo il mondo con i suoi stessi biechi occhi [...]. Finché anch'io divento veramente un assassino.''"), ma anche un uomo capace di bontà, di misericordia perché in grado di riconoscere che ogni uomo contiene in sé sia il bene che tutto il male ("''Io non ho proprio ucciso quegli uomini materialmente. Intendo dire che ho pensato e ripensato come un uomo possa diventare così, finché non mi resi conto che ero simile a lui, in tutto, eccetto che nella volontà di compiere l'azione finale''").
 
Ma soprattutto padre Brown è un amante della verità, un acuto osservatore della realtà che non teme di guardare il male negli occhi in quanto è sicuro che il bene sia sempre più grande del male e quindi in grado di affrontarlo e di sconfiggerlo. Molti critici giudicheranno l'opera giallistica di Chesterton superiore a quella di [[Arthur Conan Doyle]]:{{quotecitazione|Il padre Brown è un cattolico che prende in giro il modo di pensare meccanico dei protestanti e il libro è fondamentalmente un'apologia della Chiesa Romana contro la Chiesa Anglicana. [[Sherlock Holmes]] è il poliziotto "protestante" che trova il bandolo di una matassa criminale partendo dall'esterno, basandosi sulla scienza, sul metodo sperimentale, sull'induzione. Padre Brown è il prete cattolico, che attraverso le raffinate esperienze psicologiche date dalla confessione e dal lavorio di casistica morale dei padri, pur senza trascurare la scienza e l'esperienza, ma basandosi specialmente sulla deduzione e sull'introspezione, batte Sherlock Holmes in pieno, lo fa apparire un ragazzetto pretenzioso, ne mostra l'angustia e la meschinità. D'altra parte Chesterton è grande artista, mentre Conan Doyle era un mediocre scrittore, anche se fatto baronetto per meriti letterari; perciò in Chesterton c'è un distacco stilistico tra il contenuto, l'intrigo poliziesco e la forma, quindi una sottile ironia verso la materia trattata che rende più gustosi i racconti.|[[Antonio Gramsci]], ''[[Lettere dal carcere]]''}}
 
Chesterton pubblicò 5 volumi dedicati ai racconti di padre Brown: