The ArchAndroid: differenze tra le versioni
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{{citazione|L’immaginazione e iconografia della Monae attribuiscono alle varie tracce la profondità di un’esperienza e le conferiscono la licenza di spingersi lontano. Il risultato tuttavia risulta un svagata e sfavillante base per canzoni pop con note universali sentimentali. La prima delle due suites ha a che fare principalmente con temi di identità e auto-realizzazione; la seconda è essenzialmente un insieme di canzoni d’amore. Attraverso i generi musicali mescolati nell’album “”The ArchAndroid”, la Monáe adotta le convenzioni della fantascienza come mezzo di comunicazione, attingendo temi da archetipi mitici per la loro immediata risonanza e potere comunicativo. E dove molti concept album corrono il grande rischio di risultare pomposi, criptici o auto-referenziali, la Monáe riesce a mantenere le cose su un piano ludico, vivace ed accessibile. E’ un delicato atto di equilibrio... risultato in un’eccentrica novità dirompente che trascende la propria modernità.<ref name="Perpetua"/>|Matthew Perpetua}}
Dan Vidal
Quentin B. Huff del ''PopMatters'' lo descrive come un “gran buffet di brani musicali, ben realizzato se non si scorge prontamente un certo ‘suono comune' ai brani stessi, e soprattutto interpretato in modo sincero”<ref name="Huff">{{cita web|url=http://www.popmatters.com/pm/review/125708-janelle-monae-the-archandroid|titolo=Janelle Monae: The ArchAndroid|editore=''PopMatters''|autore=Quentin B. Huff|accesso=21 maggio 2010|lingua=en}}</ref>
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