Pontormo: differenze tra le versioni
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Dal terzo decennio del Cinquecento fino alla sua ultima fase artistica, Pontormo intensificò la riflessione sulle opere di Michelangelo, con la ferma volontà di riuscire a superarlo. Lunghi studi preparatori dimostrano la ricerca della perfezione formale, ma poi i risultati finali, in qualche modo, frustravano le sue aspettative<ref name=ML6/>.
In opere come gli ''[[Undicimila martiri (Pontormo)|Undicimila martiri]]'' (1529-1530) è evidente il richiamo alla ''[[Battaglia di Cascina (Michelangelo)|Battaglia di Cascina]]'', con la figura dell'imperatore seduto in primo piano che ricorda il ''[[Ritratto di Giuliano de' Medici duca di Nemours]]'' del Buonarroti nella [[Sagrestia Nuova]]. Un riferimento alla ''[[Madonna Medici (Michelangelo)|Madonna Medici]]'' si trova invece nella ''[[Madonna col Bambino e san Giovannino (Pontormo)|Madonna col Bambino e san Giovannino]]'' degli Uffizi (1534-1536 circa), mentre opere su cartone michelangiolesco sono il ''[[Noli me tangere (Michelangelo)|Noli me tangere]]'' e ''[[Venere e Amore]]''<ref name=ML49>Marchetti Letta, ''cit.'', p. 49.</ref>.
Il tema del nudo in movimento caratterizzato da torsioni del corpo si ritrova nei disegni preparatori per il completamento degli affreschi del salone della [[villa di Poggio a Caiano]], impresa affidata nel [[15321]] da [[Ottaviano de' Medici]] su incarico di [[Clemente VII]] e mai portata a termine. Secondo la testimonianza di Vasari, Pontormo doveva rappresentare un ''Ercole e Anteo'', una ''Venere e Adone'' e un gruppo di ''Ignudi che giocano a [[calcio fiorentino]]'', riferimento ai recenti eventi dell'[[Assedio di Firenze|assedio]], con la partita giocata sotto il fuoco nemico in [[piazza Santa Croce]] il 15 febbraio [[1530]]. Dell'impresa restano i disegni del cosiddetto ''Giocatore sgambettante'', collegabile a un disegno michelangiolesco di ''Tizio'', e della [[sanguigna]] coi ''Due nudi affrontati'', entrambi al [[Gabinetto dei Disegni e delle Stampe]]<ref name=ML51>Marchetti Letta, ''cit.'', p. 51.</ref>.
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