Miliario aureo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m I resti della base furono scoperti all'inizio dell'ottocento (e non alla fine) con una nota giustificativa
il rocchio rimasto fu scoperto
Riga 35:
Il '''Miliario aureo''' (''Miliarium aureum'' o "pietra miliare aurea") era una [[colonna]] [[marmo]]rea rivestita di [[bronzo]] [[oro|dorato]] innalzato presso il [[tempio di Saturno]], all'estremità del [[Foro Romano]]<ref>[[Gaio Plinio Secondo|Plinio]] (''[[Naturalis historia]]'', 3.66) colloca il monumento "''in capite Romani fori''" (all'estremità del Foro Romano) e [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] (''[[Historiae (Tacito)|Historiae]]'', 1.27) e [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] (''[[Vite dei Cesari|De vita Caesarum]]'', ''Vita Othonis'', 6, [https://la.wikisource.org/wiki/Vita_Othonis#VI. testo on-line] su Wikisource in lingua latina) lo collocano "''ad aedem Saturni''" (presso il tempio di Saturno).</ref>. Venne eretta da [[Augusto]] nel [[20 a.C.]], quando divenne ''[[curator viarum]]''<ref>[[Cassio Dione Cocceiano|Cassio Dione]] (''[[Storia romana (Cassio Dione)|Storia romana]]'', 54.8,4) riporta tra gli avvenimenti del 20 a.C., che essendo divenuto ''curator viarum'' Augusto eresse il "cosiddetto" ''Miliarium aureum'': il nome ufficiale doveva, infatti essere ''Miliarium Urbis''.</ref> Era collocato simmetricamente all<nowiki>'</nowiki>''[[Umbilicus urbis]]'' rispetto all'arco dei ''[[Rostri|Rostra]]''.
 
Al monumento sono stati attribuiti un rocchio di fusto di colonna in marmo del diametro di 1,15 m che recava incassi interpretati come le tracce dell'apposizione di un rivestimento metallico<ref>Il rocchio venne rinvenuto nel 1833 tra i ''[[Rostri|Rostra]]'' e l'[[arco di Settimio Severo]], presso il basamento oggi attribuito all<nowiki>'</nowiki>''[[Umbilicus Urbis]]'', allora ritenuto pertinente al ''Miliarium aureum'' (Mari 1996, citato in bibliografia, p.250).</ref> e un basamento in muratura, situato all'estremità dei ''[[Rostri|Rostra]]'' verso il tempio di Saturno, identificato all'inizio dell'Ottocento<ref>Il rocchio rimasto fu scopertascoperto nel 1803 dall’archeologo Alessandro Visconti mentre faceva il muro di contenimento dell’arco di Settimio Severo (Fea C., ''Descrizione di Roma e dei contorni del sig. Carlo Fea'', 1822, pag. 276</ref>. Al rivestimento di questo basamento, sopra il quale sarebbe sorta la colonna, furono attribuiti alcuni frammenti marmorei (un fregio con anthemion e uno zoccolo), visibili nella fotografia a fianco<ref>I frammenti marmorei vennero forse rinvenuti nel 1852 tra i ''Rostra'' e la [[basilica Giulia]] e sono stati collocati oggi su un basamento circolare in muratura al lato della scalinata del tempio di Saturno (Mari 1996, citato in bibliografia, p.251).</ref>.
 
La ricostruzione più diffusa, secondo la quale vi sarebbero state incise a lettere dorate le distanze tra Roma e le principali città dell'impero è priva di riscontri nelle fonti e neppure il monumento costituiva il punto di partenza delle distanze delle vie: si trattava piuttosto di un monumento celebrativo del rivestimento della carica di ''curator viarum'' da parte di Augusto<ref>[[Plutarco]] (''[[Vite parallele]]'', ''Galba'', 24.4), riporta che al ''Miliarium aureum'' avrebbero termine tutte le strade: si tratta però di una convergenza ideale delle vie, la misura del cui percorso era ufficialmente calcolata a partire dalle porte delle [[mura serviane]] (Mari 1996, citato in bibliografia, p.251).</ref>.