Faida delle Preserre: differenze tra le versioni
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== Storia ==
La faida mette le sue radici nel 1989 quando buona parte del territorio delle Preserre era sotto il controllo della [[Ndrina]] formata dalle famiglie Loielo e Maiolo insieme alla locale di [['Ndrangheta]] di Ariola, detta appunto "Società di Ariola" con a capo Vincenzo e Giovanni Loielo, Rocco Maiolo e Antonio Altamura. La fine del sodalizio criminale fra le famiglie Loielo-Maiolo venne sancita dall'arresto nel 1988 dei fratelli Loielo accusati di vari reati e Rocco Maiolo ne approfittò per cercare di prendere il totale controllo della locale. I fratelli però un anno dopo il loro arresto avendo ottenuto un permesso temporaneo per lasciare il carcere decidono di sferrare l'offensiva ai rivali e di vendicarsi soprattutto di un agguato teso proprio da Rocco Maiolo ai danni di un uomo dei Loielo, che però non andò a buon fine. La [[Ndrina]] dei Loielo mette quindi i Maiolo con le spalle al muro con una serie di omicidi prendendo pieno controllo della zona e delle attività illecite. Uno degli omicidi più efferati e macabri di quel periodo fu quello del parrucchiere Placido Scaramozzino<ref>{{Cita web|url = http://www.zoomsud.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10519:ammazzato-a-colpi-di-zappa-per-la-guerra-tra-i-loielo-e-i-maiolo-i-colpevoli-17-anni-dopo&catid=82:primo-piano|titolo = VIBO.Ammazzato a colpi di zappa per la guerra tra i Loielo e i Maiolo. I colpevoli, 17 anni dopo|accesso = 2015-06-28|sito = ZOOMsud.it}}</ref> ritenuto affiliato dei Maiolo, fu denudato, legato e preso a colpi di zappa e successivamente sepolto vivo nei boschi vicino al paese di Ariola. Dal [[1991]] al 1994 quando i due fratelli vengono riconsegnati alla giustizia, alla guida della famiglia c'è il cugino Francesco Loielo ma anche quest'ultimo viene arrestato e accusato insieme al cugino Vincenzo del sequestro di persona di Cataldo Albanese. Dal 1994 fino al [[2002]] a prendere le redini del [[Clan]] sono i fratelli Giuseppe e Vincenzo Loielo, cugini dei sopracitati Vincenzo, Giovanni e Francesco, insieme al giovane boss emergente Vincenzo Taverniti detto Cenzo D'Ariola. I due fratelli e Teverniti espandono le attività della famiglia su tutto il territorio anche su comuni che fino a quel momento non erano sotto il completo controllo della consorteria criminale. Questo periodo di assoluto dominio dura fino al 2002 quando il capo dell'ala militare del clan Emanuele Bruno forte dell'alleanza con la vecchia famiglia dei Maiolo e con il boss di [[Cassano all'Ionio]] Antonino Forastefano detto Tonino il Diavolo decide di sferrare l'offensiva ai suoi capi e acquisire il potere totale della zona. Proprio nel mese di Aprile del 2002<ref>{{Cita web|url = http://www.liberoquotidiano.it/news/cronaca/1091199/-Ndrangheta--duplice-omicidio-Loielo.html|titolo = 'Ndrangheta: duplice omicidio Loielo svelato dal pentito Antonio Forastefano - Ultim'ora - Libero Quotidiano|accesso = 2015-06-26}}</ref> in un agguato Emanuele Bruno con l'aiuto di affiliati e di Forastefano elimina i fratelli [[Loielo]] e successivamente elimina anche i fratelli Gallace affiliati e parenti dei Loielo e in un agguato tenta di uccidere anche Vincenzo Taverniti mettendo così fine al potere della famiglia Loielo e conquistando la supremazia della consorteria criminale stringendo l'alleanza anche con il capo indiscusso della società di [['Ndrangheta]] di Ariola, il boss Antonio Altamura. Il controllo resta tutt'oggi in mano alla [[Ndrina]] degli Emanuele con a capo Bruno e il fratello Gaetano ma ciò nonostante la ferita della faida si riapre. Ricomincia tutto nel mese di Aprile del [[2012]] con il tentato omicidio di un giovane affiliato del clan Emanuele a cui segue l'omicidio del giovane di 26 anni Nicola Rimedio due mesi dopo. La scia di sangue continua e si porta dietro altre vittime, prima Antonino Zupo braccio destro e parente del boss Bruno Emanuele nel mese di settembre del 2012 e una settimana dopo Domenico Ciconte impresario boschivo già noto alle forze dell'ordine, entrambe uccisi nelle loro abitazioni. La cruenta faida miete purtroppo anche un civile, Filippo Ceravolo<ref>{{Cita web|nome = Marco|cognome = Imarisio|url = http://www.corriere.it/cronache/12_novembre_02/filippo-vittima-per-caso-a-19-anni-una-fine-dimenticata-da-tutti-marco-imarisio_5685e400-24f0-11e2-974b-22431e7be0ba.shtml|titolo = Filippo, vittima per caso a 19 anni
Una fine dimenticata da tutti|accesso = 2015-06-26}}</ref>, ucciso per sbaglio dai killer nell'ottobre del 2012 mentre si trovava dopo aver chiesto un passaggio a bordo della vettura di Domenico Tassone affiliato del clan Emanuele e ritenuto vero obiettivo dell'agguato. L'ultimo omicidio avvien e nell'aprile del 2013 a perdere la vita è il giovane di 21 anni Salvatore Lazzaro ucciso anche lui nella sua abitazione mentre si trova agli arresti domiciliari e successivamente l'attività tempestiva della [[Polizia]] e dell'[[Antimafia]] nel mese di ottobre del 2013 riesce a sventare il peggiore degli attentati<ref>{{Cita web|url = http://www.cn24tv.it/news/76358/bomba-pronta-per-faida-di-ndrangheta-tre-arresti-in-manette-presunto-boss-di-limbadi.html|titolo = Bomba pronta per faida di ‘ndrangheta. Tre arresti, in manette presunto boss di Limbadi|accesso = 2015-06-26|sito = CN24}}</ref> della faida facendo luce anche sugli schieramenti che si combattono, arrestando Rinaldo Loielo ritenuto nuovo capo della sua [[Ndrina]], Filippo Pagano e il boss della potente [[Cosca]] di [[Limbadi]] Pantaleone Mancuso. Loielo e Pagano furono trovati in possesso di un ordigno esplosivo di 2 kg per esterni da azionare con un comando a distanza capace di radere al suolo un palazzo intero. La faida si riapre con il tentato omicidio di Valerio Loielo<ref>{{Cita web|url = http://www.si24.it/2014/07/21/vibo-valentia-agguato-fallito-al-figlio-di-un-boss-ferito-lievemente-valerio-loielo-salve-la-madre-e-la-sorella/60273/|titolo = Vibo Valentia, agguato fallito al figlio di un boss {{!}} Ferito Valerio Loielo, salve la madre e la sorella {{!}} Si24 - Il vostro sito quotidiano - Giornale di cronaca, politica, costume, società. Notizie dall'Italia e dal Mondo|accesso = 2015-06-26}}</ref> ,fratello di Rinaldo che fu trovato in possesso dell'esplosivo per interni, nell'estate del 2014, mentre a cavallo del mese di ottobre e novembre 2015 seguono altri due agguati contro la famiglia Loielo, il primo il 22 ottobre nei pressi di Ariola di Gerocarne dove i killer sparano senza uccidere con un fucile calibro 12 contro la macchina in corsa di Antonino Loielo che si trovava in compagnia della moglie in gravidanza, delle due figlie piccole e del primogenito maschio Alex, tutti cugini dei sopracitati Rinaldo e Valerio; il secondo avviene il 5 novembre nella medesima località, questa volta bersaglio dei killer sono Valerio Loielo, Walter Loielo (fratello di Alex) e Rinaldo Loielo, figlio dell'ex boss Vincenzo Loielo ucciso nell'agguato dell'aprile 2002. La fiat 500 su cui viaggiavano i tre cugini viene presa di mira da un fucile mitragliatore che ferisce al volto Walter e alla spalla Valerio, illeso il cugino Rinaldo. Due giorni dopo l'agguato i carabinieri fanno irruzione con un mandato di perquisizione nell'abitazione di Rinaldo Loielo, ritenuto capo dell'omonimo clan, ritrovando un fucile calibro 12 e una pistola 357 magnum e diverse cartucce di ambedue le armi, [http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/cronaca/item/39811-gerocarne,-arrestati-i-fratelli-loielo/39811-gerocarne,-arrestati-i-fratelli-loielo arrestando] Rinaldo e il fratello Valerio che si trovava in sua compagnia. Passa circa un anno e mezzo dall'ultimo atto della faida, con l'arresto dei fratelli Loielo pronti a rispondere al fuoco dei due agguati, quando la mano pesante della ndrangheta si muove di nuovo nelle preserre vibonesi. Il 5 marzo del 2017 nella frazione di Sant'Angelo del comune di [[gerocarne]] viene ucciso davanti alla sua abitazione Domenico Stambè <ref>{{Cita news|lingua=it-it|nome=Giuseppe|cognome=Baglivo|url=http://www.ilvibonese.it/cronaca/5541-ndrangheta-gerocarne-vibonesi-vibo-preserre-stambe-santangelo|titolo=‘Ndrangheta: Gerocarne, la faida delle Preserre vibonesi ed il ruolo degli Stambè (VIDEO)|pubblicazione=Il Vibonese|data=2017-03-05|accesso=2017-06-27}}</ref> di 55 anni, commerciante ritenuto vicino alla ndrangheta e ai locali della stessa proprio nei territori delle preserre, la sua famiglia viene considerata vicina ai Loielo. Gli inquirenti e le autorità non hanno nemmeno il tempo di indagare che subito si trovano a dover tenere al vaglio nuove situazioni, la prima è un agguato fallito nel comune di Sorianello ai danni di Alessandro Nesci di 27 anni <ref>{{Cita web|url=http://www.corrieredellacalabria.it/cronaca/item/56397-agguato-nelle-preserre-vibonesi,-ferito-un-27enne|titolo=Corriere della Calabria - Agguato nelle Preserre vibonesi, ferito un 27enne|sito=www.corrieredellacalabria.it|lingua=it-it|accesso=2017-06-27}}</ref> ritenuto vicino ai Loielo, la seconda invece è un agguato teso sempre nel comune di [[Sorianello]] il 21 giugno 2017, in pieno giorno un killer entra in azione sparando e uccidendo con 4 colpi di fucile il 46enne Salvatore Inzillo<ref>{{Cita news|lingua=it-it|cognome=Redazione|url=http://www.ilvibonese.it/cronaca/6800-tentato-omicidio-sorianello-46enne-vita-inzillo|titolo=Omicidio a Sorianello: disoccupato 46enne raggiunto da 4 colpi di fucile (VIDEO)|pubblicazione=Il Vibonese|data=2017-06-21|accesso=2017-06-27}}</ref>, uomo facente parte della cosca degli Emanuele che era riuscito a scampare già ad un agguato nel 2009 a bordo della sua vettura sempre nel comune di Sorianello. Circa un mese dopo arriva la riposta, almeno secondo gli inquirenti, della cosca Emanuele. La sera del 28 luglio 2017 i killer tendono un agguato <ref>{{Cita news|lingua=it-it|cognome=G.B.|url=http://www.ilvibonese.it/cronaca/7254-agguato-vibonese-sorianello-preserre-nesci|titolo=Nuovo agguato nelle Preserre vibonesi: due fratelli feriti a Sorianello|pubblicazione=Il Vibonese|data=2017-07-29|accesso=2017-10-04}}</ref>, senza successo, ai danni di Alex Nesci di 27 anni, sopravvissuto quindi a ben tre agguati, mentre era in compagnia del fratellino minorenne affetto da sindrome di down. I killer esplodono contro di loro numerosi colpi di pistola, ferendoli non in maniera grave. Ultimo apparente episodio di questa terribile guerra di [['Ndrangheta]] è il tentato omicidio ai danni di Nicola Ciconte<ref>{{Cita news|lingua=it-it|cognome=Redazione|url=http://www.ilvibonese.it/cronaca/7828-bomba-sorianello-savini-vibo-ferito-grave|titolo=Bomba sotto un’auto a Sorianello, un ferito grave (NOME)|pubblicazione=Il Vibonese|data=2017-09-25|accesso=2017-10-04}}</ref>, 28 anni, ritenuto come Alex Nesci uomo della cosca dei [[Loielo]]. L'agguato questa volta è avvenuto tramite una bomba di basso potenziale, posizionata sotto l'abitacolo della vettura di Ciconte e azionata secondo gli inquirenti con un comando a distanza. Ciconte, salvato per tempo da un paramedico che si trovava in zona, è stato dichiarato fuori pericolo ma non si esclude che possa perdere l'utilizzo della gamba destra. La guerra che sta insanguinando il territorio delle Preserre vibonesi sembra per il momento non arrestarsi.
== Collegamenti con altre faide ==
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