Guerra italo-turca: differenze tra le versioni

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Nel dicembre 1911, poiché nella zona di Ain Zara furono segnalati circa {{formatnum:6000}} arabi e {{formatnum:2500}} turchi con numerosi pezzi di artiglieria, fu deciso di procedere senza indugio alla conquista della base nemica al fine di allontanare le forze avversarie dal raggio d'azione della piazza di Tripoli. Dopo una azione preparatoria condotta il 1º dicembre dal 52º fanteria, da due battaglioni dell'11º bersaglieri e una batteria da montagna, il giorno 4 tre colonne, al comando del generale Guglielmo Pecori Giraldi, del gen. Luigi Rainaldi, e del colonnello Giuseppe Amari, mossero verso gli obiettivi mantenendo in riserva un battaglione del 37º e uno del 23º fanteria. Iniziata la [[Battaglia di Ain Zara]] le colonne in avanzata incontrarono forte resistenza ma, messe a tacere le artiglierie turche e conquistati alcuni trinceramenti avversari, le truppe italiane si assicurarono la vittoria inseguendo poi l'avversario in fuga.<ref>F.lli Treves. La formazione dell'Impero Coloniale Italiano. F..li Treves Editori, Milano 1938</ref>
 
==== Azione di Bir TobrazTobras ====
[[File:Gustavo Fara.jpg|thumb|left|Il colonnello Gustavo Fara, decorato con una [[medaglia d'oro al valor militare]]]]
 
Il generale [[Guglielmo Pecori Giraldi]], dal 18 dicembre posto al comando della base di Ain Zara, decise di attaccare l'oasi di Bir TobrazTobras, 14 chilometri a sud, avendo avuto notizia dell'avvenuto trasferimento in quella località di alcuni capi tribù locali che, dichiarata la loro fedeltà all'Italia, erano stati imprigionati dai loro connazionali filo turchi. Senza informarne il generale [[Carlo Caneva]], Giraldi inviò circa {{formatnum:3000}} uomini dell'[[11º Reggimento bersaglieri]] del colonnello [[Gustavo Fara]]<ref name=V308>{{cita|Vandervort 2012|p. 308}}</ref>. La spedizione<ref>Composta da alcuni battaglioni dell'11º bersaglieri, un battaglione del 2º granatieri, uno Sq. Cavalleggeri di Lodi, artiglieria e servizi vedi: Società Editoriale Milanese - L'Italia a Tripoli. Opera citata - Da pag. 144 a pag. 160</ref> partì durante la notte nella speranza di sorprendere il campo arabo-turco. Dopo la marcia di avvicinamento notturna, la colonna fu attaccata a Bir TobrazTobras da ingenti forze. Dopo accanito combattimento i reparti cercarono di sganciarsi ma, proseguendo gli attacchi che si conclusero soltanto al sopraggiungere del buio,<ref name=V308/> furono costretti a trincerarsi per trascorrere la notte. Al mattino ordinata la ritirata le truppe assunsero formazione in quadrato e, ripiegando verso Ain Zara, raggiunsero le trincee tenute dal 1º Granatieri.<ref>Società Editoriale Milanese - L'Italia a Tripoli. Storia degli avvenimenti della Guerra italo-turca - Milano - Da pag. 144 a pag. 160</ref> Una colonna di soccorso,<ref>Composta da un battaglione del 1º granatieri, dal XV battaglione bersaglieri, dal battaglione alpini Fenestrelle e reparti di artiglieria. Vedi l'Italia a Tripoli. Opera citata - Da pag. 144 a pag. 160</ref> perduta la strada, fu costretta a fermarsi nei pressi di Ain Zara. I reparti in ripiegamento furono poi raccolti da una seconda spedizione di soccorso<ref>composta da 4 battaglioni dell'82º e dell'84º fanteria, il reggimento Lancieri di Firenze, artiglieria e servizi. Vedi l'Italia a Tripoli - Da pag. 144 a pag. 160</ref> con la quale rientrarono a Ain Zara.<ref name=V309>{{Cita|Vandervort 2012|p. 309}}</ref>.
A seguito del negativo esito della spedizione, il generale Pecori Giraldi nel febbraio 1912 fu sollevato dall'incarico. Pecori Giraldi reagì attribuendo le colpe al colonnello Fara. Il generale [[Luigi Cadorna]], venuto a conoscenza delle accuse mosse da Pecori Giraldi al suo sottoposto, lo accusò di incompetenza e raccomandò la promozione a generale per il colonnello Fara definendolo "un vero soldato"<ref name=V309/>. Fara fu poi promosso a [[maggior generale]] per meriti di guerra.