Louis Rossetto: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
Recupero di 1 fonte/i e segnalazione di 0 link interrotto/i. #IABot (v1.5.5)
Riga 24:
Nel 1991, assieme alla sua compagna Jane Metcalfe (conosciuta in Olanda), ritornò negli Stati Uniti, a [[San Francisco]], in modo da trovare i soldi necessari per creare una nuova rivista basata sulle tecnologie e sull'idea di "[[rivoluzione digitale]]": [[Wired]]. Nel gennaio del 1993, grazie al supporto economico di [[Nicholas Negroponte]] (che vi investì 75.000 dollari)<ref name="ideazione"/>, fu pubblicato il primo numero; negli anni successivi, correlati alla rivista, furono creati un sito Internet (HotWired, ottobre 1994), un libro (HardWired) ed un canale televisivo (Wired TV), oltre alla nascita delle prime edizioni estere di ''Wired'' in [[Giappone]] e [[Regno Unito]].
 
A causa della rapida espansione della società creata da Rossetto e Metcalfe per la gestione delle attività di Wired, ''Wired Ventures'', i due soci lanciarono un'[[offerta pubblica iniziale]] ma, dopo il fallimento di quest'operazione, agli inizi del 1997 dovettero accettare Providence Equity come partner finanziario. La rivista ''Wired'' assicurava profitti, mentre le attività on-line, riunite in ''Wired Digital'', non lo erano: per questo motivo, Providence assunse il controllo di ''Wired Ventures'' da Rossetto e Metcalfe nell'aprile del 1997<ref name="salon">{{en}} [http://archive.salon.com/21st/feature/1999/02/cov_17feature.html "The War for Wired" by Kevin Kelleher] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20041012205047/http://archive.salon.com/21st/feature/1999/02/cov_17feature.html |data=12 ottobre 2004 }}</ref>. Un anno dopo, nel maggio 1998, Providence vendette la società in più parti, cedendo prima ''Wired'' alla casa editrice [[Condé Nast Publications]] e poi ''Wired Digital'' a [[Lycos]]<ref name="salon"/>.
 
Dopo l'esperienza di ''Wired'', conclusasi nel 2001 con la nomina di [[Chris Anderson]] alla direzione della rivista, Rossetto ha quasi sempre cercato di non mostrarsi in pubblico, sebbene abbia collaborato al rinnovamento grafico di ''[[Reason Magazine]]'' ed abbia difeso pubblicamente l'intervento militare statunitense in Iraq<ref>[http://www.reason.com/0112/ed.ng.editors.shtml Reason Magazine - Editor's Note]</ref><ref>[http://www.reason.com/news/show/116276.html Reason Magazine - Iraq Progress Report]</ref>.